Vaticano dice che voleva arruolare ebrei come guardie nel 1943

martedì, 5 giugno 2007 10.28 25

di Philip Pullella

ROMA (Reuters) – Il Vaticano ha cercato di arruolare ebrei romani nelle sue forze di sicurezza nel 1943 nel tentativo di salvarli dalla furia nazista. Lo ha detto oggi il segretario di Stato vaticano, respingendo le accuse secondo cui in tempo di guerra Papa Pio XII avrebbe avuto atteggiamenti anti-semiti.

Il cardinale Tarcisio Bertone, secondo soltanto al Pontefice nella gerarchia della Santa sede, ha fatto queste dichiarazioni alla presentazione di un nuovo libro su Pio XII scritto da Andrea Tornielli.

Bertone ha definito una “leggenda nera” le accuse secondo cui Pio XII avrebbe chiuso un occhio davanti all’Olocausto e ha ribadito che il Pontefice avrebbe lavorato nell’ombra per salvare molti ebrei.

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L’ambasciatore Rooney anticipa i temi dell’incontro in Vaticano

di ELISA PINNA

CITTÀ DEL VATICANO — Il diritto alla libertà religiosa in tutti i paesi del mondo e la difesa delle minoranze cristiane più a rischio, a cominciare da quella in Iraq, saranno con ogni probabilità fra i temi centrali del colloquio tra Papa Benedetto XVI e il presidente statunitense George W. Bush, domani in Vaticano. Lo ha indicato l’ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Francis Rooney, che – in un’intervista – ha definito l’incontro, il primo a livello formale tra le due personalità, «un’importantissima opportunità» per discutere «l’impegno e i valori comuni» della Chiesa cattolica e degli Stati Uniti a «promozione della dignità umana».

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In libreria la scatola gialla con le «vitamine b16», con ritagli di magistero del Pontefice

CITTÀ DEL VATICANO — Arriva la vitamina B16. L’unica «medicina» dedicata a papa Ratzinger che sta spopolando non tanto tra gli avventori delle farmacie, bensì tra i cultori della lettura. La vitamina B16, infatti, non si trova tra gli scaffali dei medicinali ma nelle librerie vicino al Vaticano dove sta andando letteralmente a ruba. Accattivante la scatola di colore giallo Vaticano, contenente «120 compresse di B16», vale a dire «le pillole con ritagli di magistero di papa Benedetto XVI», tratte dalle sue omelie, dall’enciclica sulla carità, dai discorsi promunciati in occasione di udienze e all’Angelus. Artefice della particolare «medicina», una casa editrice pugliese, la Ed Insieme, che consiglia le pillole uscite dalla «farmacia dell’anima» a chi è in astenia spirituale. La scatola, che contiene sessanta pensieri del Pontefice in pillole, ha tutte le caratteristiche dei farmaci. Dunque una composizione, una posologia, le controindicazioni. Soltanto, il prodotto «non ha scadenza e può essere utilizzato sempre». Nella composizione si legge: «la vitamina B16 contiene come principio attivo la parola e il magistero di papa Benedetto XVI; eccipiente fomdamentale la chiarezza e l’essenzialità». Attenzione, sta scritto sulla scatola: «prima di utilizzare il medicinale leggere attentamente il foglietto illustrativo». La vendita è rigorosamente «dietro presentazione di ricetta medico spirituale». Nella posologia «si esclude il pericolo di assuefazione» e se ne consigliano «cicli di trattamento anche lunghi e ripetuti». Meglio assumere B16 al mattino, gli «effetti» si avranno «nel corso della giornata». Come tutti i farmaci anche la «vitamina B16» ha le sue controindicazioni: «se si sospende il trattamento», si avverte, si cadrà nel «relativismo etico e religioso, nel disinteresse e nell’egoismo». Insomma, la «vitamina B16» batte… dove la fede duole.

venerdì 8 giugno 2007

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1210999

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Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)

Piergiorgio Odifreddi. Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici). Milano, Longanesi 2007, pp. 261, € 14,60. EAN 9788830424272

Lungamente atteso, dopo il grande successo del Matematico impertinente, esce finalmente il libro di Piergiorgio Odifreddi dedicato al cristianesimo. Il volume, fin dal titolo, cita Bertrand Russell (altro logico e matematico, guarda il caso) e, con giudizio ovviamente negativo, Benedetto Croce, su cui grava la responsabilità di un testo (Perché non possiamo non dirci cristiani, del 1942) che costituisce ormai il mantra dei sostenitori delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa.

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Offese alla religione, sequestrati due forum italiani

venerdì 17 novembre 2006

Firenze – “Il gruppo di discussione id158875 è stato sottoposto a sequestro preventivo con provvedimento n.10612/06rg.nr disposto dalla Procura della Repubblica di Catania”. Questo il messaggio che da alcune ore accoglie gli utenti di due gruppi di discussione dei forum pubblicati da ADUC, l’Associazione dei consumatori e degli utenti. Non capita spesso che in Italia vengano posti sotto sequestro forum aperti a qualunque utente internet.

In particolare, conferma a Punto Informatico la Polizia Postale di Firenze, i cybercop hanno agito su richiesta della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, in quanto nei due gruppi di discussione sarebbero state presenti “offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone”, reato previsto dall’articolo 403 del codice penale.
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Google rimuove video scandalo sul Vaticano

Sex Crimes and the Vatican è il titolo di un video scandalo prodotto a seguito di un’indagine condotta dalla BBC sui crimini sessuali perpetrati da esponenti della Chiesa Cattolica. Fino a pochi giorni fà il filmato era disponibile su Google Video ricevendo oltre 600 mila contatti, ora però è stato rimosso.

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La talpa del ministero

4/6/2007 (8:16) – IL CASO
Promesse e minacce di un ex direttore generale

di ANTONIO MASSARI – ROMA

Uomini del Vaticano, toghe di mezz’Italia, medici in vista: «Enzo» lo chiamavano in tanti. Per chiedere un aiuto, un’informazione riservata, un intervento. Un esempio? «Quando uno va a mangiare sì, quando uno mangia, si mangia una bella… pizza». «Ho capito – risponde Enzo -. Mi faccio sentire in settimana». Siamo nel 2006 e non si tratta di un’ordinazione in trattoria. Bensì del dialogo tra un importante uomo del Vaticano, monsignor Francesco Camaldo, e un pezzo da novanta del ministero della Giustizia, cioè Vincenzo Barbieri, all’epoca direttore generale dei magistrati, oggi procuratore capo ad Avezzano. La pizza? E’ Massimo Pizza, che ha appena tirato in ballo monsignor Camaldo, indagato dal pm di Potenza Henry John Woodcock, in una strana storia di massoneria. Camaldo è preoccupato e Barbieri lo tranquillizza: «Finalmente vedo quel mio amico… e ti saprò dire insomma… e vediamo un po’ che notizie riusciamo a sapere». Nel frattempo le indagini su Barbieri, indagato per peculato (utilizzo in proprio dell’auto di servizio) e falso ideologico, sono concluse. E non è esclusa la richiesta di rinvio a giudizioda parte del pm romano Angelantonio Racanelli. Nell’attesa, però, restano un paio di fatti.

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L’immunità sull’altare del peccato

di Slavoj Zizekimages

[Questo articolo è stato originariamente pubblicato su il manifesto del 7 settembre 2005 e rilanciato da Rekombinant. La traduzione è di Marina Impallomeni]

Sulla Chiesa cattolica in Croazia incombe uno scandalo imbarazzante: nell’orfanotrofio Alojzije Stepinac gestito dalla Caritas a Brezovica, vicino Zagabria, sono stati scoperti casi di gravi abusi sessuali. Le Organizzazioni non governative avevano cominciato a richiamare l’attenzione su di essi già nel 2002, quando al loro telefono amico giunsero telefonate disperate su pesanti e sistematici abusi verbali, fisici e sessuali su bambini. L’allora ministro del lavoro e del welfare, un membro dell’ex partito comunista che guidava la coalizione al governo, decise di bloccare gli interventi fornendo in seguito una spiegazione di deprimente sincerità: «Se avessi fatto qualcosa o avessi chiuso l’orfanotrofio, mi avrebbero crocifisso come il comunista cattivo che vuole sopprimere la Chiesa».

Alla fine sono stati raccolti elementi sufficienti per l’incriminazione, la polizia ha cominciato a indagare, e sulla stampa si sono moltiplicati gli articoli. Com’era prevedibile, secondo i rappresentanti della chiesa lo scandalo sarebbe scoppiato perché i «media anticattolici» cercavano una notizia negativa da pubblicare per compensare l’informazione favorevole alla chiesa negli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II. Jelena Brajsa, la direttrice dell’orfanotrofio, per molto tempo ha continuato a sostenere che nell’orfanotrofio si erano verificate alcune «situazioni sessuali», ma che erano «normali», proprio come picchiare i «bambini indisciplinati» sarebbe «un normale elemento del processo educativo». La donna ha negato risolutamente che il suo staff avesse abusato sessualmente dei bambini. Protetta dalla Chiesa e dai responsabili della Caritas, ha assunto un atteggiamento tracotante e ha detto che «negli orfanotrofi cattolici lo stato non ha niente su cui indagare». A suo parere «le ispezioni negli orfanotrofi cattolici sono come la censura della messa da parte dei funzionari statali».

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Vauro ad annozero al termine della puntata sulle coperture vaticane ai preti pedofili

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Così sfuggì Eichmann, la verità dall’Argentina

Il fascicolo spostato dagli archivi giudiziari al Museo dell’Olocausto

Scoperto da una studentessa il passaporto con generalità false con cui il criminale nazista s’imbarcò per l’America Latina

NEW YORK- La notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo. Dopo oltre mezzo secolo, nascosto fra milioni di documenti ingialliti dell’archivio giudiziario di Buenos Aires, è venuto alla luce il passaporto rilasciato dalla delegazione di Genova del Comitato Internazionale della Croce Rossa, che per quasi dieci anni ha permesso al criminale nazista Adolf Eichmann di sfuggire alla giustizia e di darsi un’identità falsa, imbarcandosi dall’Italia per l’Argentina. Ma con quali appoggi e con quali complicità? La scoperta del passaporto con generalità false usato da Eichmann – del quale già si sapeva ma che si presumeva distrutto – è dovuta alla perspicacia e al coraggio di una studentessa argentina, Maria Galvan dell’università San Martin.

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