L’ambasciatore Rooney anticipa i temi dell’incontro in Vaticano

di ELISA PINNA

CITTÀ DEL VATICANO — Il diritto alla libertà religiosa in tutti i paesi del mondo e la difesa delle minoranze cristiane più a rischio, a cominciare da quella in Iraq, saranno con ogni probabilità fra i temi centrali del colloquio tra Papa Benedetto XVI e il presidente statunitense George W. Bush, domani in Vaticano. Lo ha indicato l’ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Francis Rooney, che – in un’intervista – ha definito l’incontro, il primo a livello formale tra le due personalità, «un’importantissima opportunità» per discutere «l’impegno e i valori comuni» della Chiesa cattolica e degli Stati Uniti a «promozione della dignità umana».


Nell’udienza potrebbe inoltre essere definita meglio l’annunciata visita di Ratzinger al Palazzo di Vetro dell’Onu a New York, che dovrebbe avvenire il prossimo anno. «Il papa – ha spiegato il diplomatico statunitense – è già stato invitato alle Nazioni Unite dal Segretario Generale. Se il Santo Padre viene alle Nazioni Unite, penso che sarebbe importante per il nostro Paese che egli avesse anche l’occasione di vedere il Presidente Bush». Rooney, che rappresenta gli Stati Uniti in Vaticano dal 2005, ha precisato che «al momento non è stata fissata ancora nessuna agenda ufficiale dell’incontro». «Tuttavia – ha detto – è ragionevole ipotizzare che il Presidente Bush e papa Benedetto XVI discuteranno dei nostri comuni sforzi per promuovere la dignità umana». «Particolari argomenti – ha aggiunto – potrebbero riguardare la tutela della libertà religiosa nel mondo e la tutela delle minoranze cristiane». L’ambasciatore non ha precisato se si parlerà anche di Cina. L’Iraq sarà tuttavia uno degli argomenti forti. Il Vaticano, contrario all’intervento armato della coalizione guidata dagli Stati Uniti contro il regime di Saddam Hussein nel 2003, segue con crescente preoccupazione il caos iracheno, la sequenza sempre più sanguinosa di violenze interconfessionali, le persecuzioni alla minoranza cristiana e la fuga dei propri fedeli. Bush cercherà di rassicurare il Papa. «Gli Stati Uniti, insieme alla Santa Sede, alle organizzazioni non governative e ai membri della comunità internazionale, stanno facendo il massimo – ha assicurato l’ambasciatore – per arginare la spirale di violenza e per promuovere la libertà religiosa in Iraq e nel Medio Oriente. Con l’incoraggiamento del governo statunitense – ha aggiunto – il governo iracheno si è di recente impegnato a proteggere le minoranze religiose, compresi i cristiani». «L’impegno delle forze della coalizione – ha ribadito – è quello di proteggere il popolo iracheno e di portare libertà e democrazia». Ieri Ratzinger ha lanciato un appello ai Grandi della Terra perchè rispettino gli impegni presi per dimezzare la povertà entro il 2015 e combattere le malattie. Di impegno umanitario si parlerà sicuramente nell’udienza in Vaticano. L’ambasciatore ha ricordato «il grande impegno degli Stati Uniti per l’Africa» e la richiesta fatta da Bush al Congresso »di raddoppiare, da 15 a 30 miliardi di dollari, il programma per combattere la piaga dell’Aids».

8 giugno 2007
http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1210981

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