Diaspora in Famiglia – mosse politiche nelle periodici vaticani

Quando hanno visto il comunicato dell’editore in redazione non hanno trattenuto lo stupore: “È come se il ‘New York Times’ chiudesse la redazione di Manhattan”. E già: nei piani della periodici San Paolo il settimanale cattolico per eccellenza, ‘Famiglia cristiana’, da maggio abbandonerà Roma e la vista su piazza San Pietro per trasferirsi a Milano, nella sede centrale dei paolini. Stessa sorte per le altre redazioni locali: Torino, Bologna, Venezia. In tutto 17 dipendenti, 12 giornalisti e cinque impiegati, chiamati a trasferirsi in pochi mesi, pena il licenziamento: prendere o lasciare.


Un passaggio che l’amministratore delegato don Vito Fracchiolla spiega con la necessità di riportare in pareggio il bilancio dei periodici San Paolo, in perdita da tempo: già era previsto il trasferimento della redazione romana di ‘Famiglia cristiana’ dall’elegante apprtamento in via della Conciliazione che si affaccia sul Cupolone alla più periferica Garbatella. Ma la decisione di portare tutti a Milano sta scatenando l’ennesima guerra nel settimanale diretto da Antonio Sciortino: sono in arrivo 20 giorni di sciopero dei giornalisti, una serrata senza precedenti. E l’immancabile strascico di polemiche e veleni.

Anche perché la scelta
di trasferire in blocco le redazioni distaccate si accompagna alla sostituzione del direttore del mensile paolino ‘Jesus’, padre Vincenzo Marras, con don Antonio Tarzia, l’editore dei libri firmati da Joseph Ratzinger prima di diventare papa. Rimozione sospetta: ‘Jesus’ negli ultimi due anni non aveva perso copie, a differenza dell’ammiraglia del gruppo ‘Famiglia cristiana’ e aveva mantenuto la sua linea progressista, poco incline a farsi trascinare nelle battaglie della Chiesa di Benedetto XVI e del cardinale Camillo Ruini. Vedi la freddezza tenuta nelle settimane del Family Day e le critiche al Motu Propio papale che ripristina la possibilità di dire la messa in latino secondo l’antico rito tridentino. Tutti a Milano, sotto il controllo della direzione centrale: amoveatur, e senza neppure la classica promozione.

(29 gennaio 2008) – L’Espresso

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