FATTI e MISFATTI dei 23 nuovi cardinali

Il 24 novembre il Papa ha ufficialmente nominato 23 nuovi cardinali durante il primo concistoro da lui convocato. Come riunione formale del Collegio cardinalizio (già Sacro Collegio) della Chiesa Cattolica Romana, i concistori si tengono alla Città del Vaticano e sono convocati dal papa. Quando un concistoro si riunisce per eleggere un nuovo papa, allora prende il nome di conclave. Non tutti i membri del collegio cardinalizio hanno diritto di voto.

Cenni sulla vita e le opere dei nuovi cardinali nominati.

1. Sua Beatitudine EMMANUEL III DELLY
Cardinale irakeno vescovo della chiesa cattolica caldea.
«La Chiesa intera accompagna con affetto e ammirazione tutti i suoi figli e le sue figlie e li sostiene in quest’ora di autentico martirio per il nome di Cristo» dice il papa a Delly il 21 giugno ‘07.
Per la prima volta un iracheno indosserà la porpora cardinalizia; a farlo sarà un religioso che ha appena compiuto 80 anni e che nel 2002, dopo quarant’anni esatti di servizio episcopale, si era per così dire "ritirato" nel ruolo di vescovo emerito di Baghdad, per essere poi "richiamato" nel 2003, l’anno della guerra anglo-americana contro Saddam Hussein, da una comunità che stava andando incontro agli anni forse più tremendi della sua storia recente, che vengono vissuti come paragonabili al Settimo o all’Ottavo secolo della rapidissima conquista islamica.
Ma in questo caso siamo di fronte alla Storia che si fa. Benedetto XVI non porta monsignor Delly al concistoro: porta piuttosto l’intera comunità cristiana in Iraq, la schiera al fianco di tanti iracheni che, ormai per il solo fatto di esistere, diventano testimoni e “martiri”. La tragedia investe l’intero Iraq e le sue diverse comunità, ma i cristiani ritengono che si accanisca con particolare ferocia contro di loro, che erano quasi un milione prima della guerra, e sono oggi ridotti a poco più di un terzo.  
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2. Card. LEONARDO SANDRI    
Il braccio destro di Bagnasco, Leonardo Sandri che dava regolarmente voce a Giovanni Paolo II leggendo in pubblico i suoi discorsi, è argentino, compatriota di Bergoglio e come lui figlio di immigrati italiani. Sandri è stato ministro dell’interno della curia vaticana fino al giugno 2007 e annunciò ufficialmente la morte di Giovanni Paolo II il 2 aprile 2005. Membro dell’ordine di Malta, con Woytila ha viaggiato in Grecia, Siria e Malta, in Ucraina, in Kazakhstan e Armenia, in Azerbaijan e in Bulgaria, a Toronto per la Gmg, in Guatemala e in Messico, in Polonia, in Spagna, in Croazia, in Bosnia ed Erzegovina, in Slovaccchia, in Svizzera e a Lourdes. Ha accompagnato Benedetto XVI nei suoi primi sei viaggi apostolici a Colonia per la Giornata Mondiale della Gioventù, in Polonia, a Valencia, in Baviera, in Turchia e in Brasile.
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3. Card. JOHN P. FOLEY    
Lo statunitense Foley, 72 anni, è stato presidente del Pontificio Consiglio per i mass media. Favorevole all’uso di Internet per diffondere il Vangelo, si è anche esposto in ambienti come Hollywood. Attuale Gran Maestro dei Cavalieri del Santo Sepolcro, riguardo a riportare alla giustizia i preti legati alla pedofilia, ha dichiarato il 20 maggio 02 alla National Catholic Report “Nelle società comuniste venivano utilizzati questi stessi concetti per dare discredito ai preti”.
La HBO invece lo intervistò a riguardo del celibato dei preti in una trasmissione che fece scandalo, ma lui si difese accusando che era tutta colpa del montaggio. Alla fine di un documentario appariva Foley come se fosse un folle. Infatti, dopo aver parlato di Galileo (possiamo immaginare i termini) gli venne fatta la domanda “Di quanto tempo avrà bisogno la chiesa per venire a patti con la natura della sessualità umana?”. Il video viene immediatamente tagliato su Foley che dice “Non vedo il legame fra il celibato obbligatorio e un’inappropriata attività sessuale”.
Riguardo alla sua attività con il Consiglio Pontificio per i mass media, secondo pope-watch.org è stato accusato di aver censurato il direttore di America, il gesuita Fr. Thomas Reese, dopo appena diciotto giorni di papato di Ratzinger, a causa dei contenuti che portava alla rivista. Foley ha risposto che non ha nulla a che vedere e che il gesuita è un “signore e un buon prete”. Certo, continua “chi in qualche modo dovrebbe rappresentare il magistero della chiesa, non può dare uguali diritti, in una pubblicazione sponsorizzata dalla comunità religiosa, ad articoli che presentano l’insegnamento della chiesa e ad articoli che dissentano da esso.
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4. Card. GIOVANNI LAJOLO
Italiano, si occupa di concordati. Ha fatto parte della commissione paritetica incaricata di elaborare l’accordo di modifica del Concordato lateranense, firmato il 18 febbraio 1984. Si è occupato dei concordati regionali in Germania e di quello del Portogallo… Si è occupato della Centesimus annus e della diffusione editoriale del Catechismo della Chiesa Cattolica, facendo anche parte della commissione interdicasteriale – presieduta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger – per i ritocchi da apportare a quel testo in vista della seconda edizione. In quanto ministro degli esteri ha rappresentato anche la chiesa presso le Nazioni Unite. Dopo la sua elezione si è distanziato molto dalla visione realista di Sodano e, ad esempio, al concilio dei Migranti ha enfatizzato, rispetto al rispetto reciproco della libertà di culto, che la libertà deve essere rispettata e difesa sopratutto rispetto a chi, essendo nato musulmano e poi trasferitosi ad ovest, si è convertito al cristianesimo,dato che ci sono rischi di “severe pressioni”.
È stato nunzio alla segreteria con la relazione con gli stati. Così quando nel 2005 Carla del Ponte (Tribunale Internazionale per i crimini nella ExYuguslavia) ha dichiarato al Daily Telegraph che aveva informazioni rispetto al fatto che Gotovina (criminale di guerra) “è nascosto in un monastero francescano, ossia la Chiesa Cattolica lo sta proteggendo”, aggiungendo poi che il Vaticano “rifiuta totalmente di cooperare”. Lui risposte che la segreteria di stato può collaborare con i tribunale, bastava che “la signora Del Ponte indicasse con una certa precisione i suoi indizi”.
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5. Card. PAUL J. CORDES    
Unico nuovo cardinale tedesco è molto vicino a Benedetto XVI. Cordes, 73 anni, presiede da tempo il Pontificio consiglio Cor Unum, organismo di intervento nelle emergenze umanitarie. Sul sito del vaticano si vede che si sono occupati ultimamente di: 2004 emergenza Iraq, 2004-2005 Nyumbani Villagein Kenya stampa di un  francobollo, 2004 300.000 euro in Darfur, vari contributi per lo Tsunami. Insomma… dal 2004 ad ora, solo questo… poi dice che è la Fao che non funziona!
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6. Card. ANGELO COMASTRI    
C’era folla alla sua consacrazione come Cardinale.
Vicario del Papa per la Città del Vaticano, presidente della Fabbrica di San Pietro e arciprete della basilica vaticana, stimato da Benedetto XVI e da Giovanni Paolo II, e noto all’opinione pubblica per aver guidato la veglia di preghiera, davanti a centomila persone, la sera del primo aprile 2005, vigilia della morte di papa Wojtyla. Grande amico di Madre Tersa di Calcutta, a lui Benedetto XVI affidò tra l’altro l’incarico di redigere le meditazioni per la Via Crucis del 2006, la prima del suo pontificato. Comastri era stato dal ’96 al 2005 delegato pontificio per il santuario di Loreto.
È contrario alle colture transgeniche.  Ha dichiarato “Difendere la famiglia. formata da un uomo e da una donna non è un atto confessionale”
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7. Card. STANISLAW RYŁKO    
Ha in comune con Wojtyla l’essere nato non solo in Polonia, ma nei dintorni di Cracovia. Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, 62 anni, ha sviluppato in concreto l’idea wojtyliana da cui sono nate le Gmg (Giornate Mondiali della Gioventù). E’ stato ritenuto un elemento tra i più influenti nella curia romana ai tempi di Giovanni Paolo II.
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8. Card. RAFFAELE FARINA    
Salesiano sannita, E’ stato per dieci anni (1978-1988) segretario del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e per sei anni sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Cultura. E’ stato nominato prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana il 25 maggio 1997. Il 15 novembre 2006 Benedetto XVI lo ha elevato alla dignità episcopale, assegnandogli la sede titolare di Oderzo. Vescovo solo dal 16 dicembre 2006, il 25 giugno scorso è stato quindi nominato bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa.
Ha scritto vari libri, tra cui uno che si chiama “Processo contro i templari”
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9. Card. GARCÍA-GASCO VICENTE    
Uno dei protagonisti delle polemiche per la beatificazione dei 498 franchisti avvenuta il 28 ottobre a Roma, è stato a capo della Conferenza Episcopale Spagnola per 3 anni. Nel luglio 2006 come arcivescovo di Valencia ha ospitato l’Incontro Mondiale delle Famiglie, culminato con la visita di Benedetto XVI, l’8 e il 9 luglio.
Pochi mesi fa il Forum per la Memoria del Paese di Valencia ha messo in moto un’iniziativa di spedizione di lettere per protestare contro la decisione di Garcia-Gasco di costruire su terreni pubblici un macrosantuario in memoria dei “martiri” franchisti, un tempio per i franchisti.  
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10. Card. SEÀN BAPTISTA BRADY    
E’ il primate della chiesa irlandese e arcivescovo di Armagh. Rispetto alla pedofilia dei preti, dichiarò “non sapevamo ci fosse un tale tasso di “recidiviamo”, ci sentivamo obbligati a rispettare la privacy degli abusatori, ci scusiamo per non essere stati veloci”.
Tali e tante le cose scoperte in Irlanda che il governo ha svolto una propria indagine pubblicata nel 2005, chiamata Ferns Report. La chiesa si sta impegnando ora a risolvere il problema,un po’ tardino…
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11. Card. LLUÍS MARTÍNEZ SISTACH    
Arcivescovo di Barcellona, membro del comitato esecutivo del foro per la nuova economia.
Cosa pensa? Il 21 febbraio dichiara “Non è legittimo invocare la tolleranza per impedire ai cristiani di agire come cristiani nello spazio pubblico della società” e in un’altra occasione “Mantenendo la nostra tradizione di accoglienza, dobbiamo riscoprire e ridare valore alla nostra identità e ai valori cristiani su cui si basa, insieme ad altri, l’identità nazionale catalana”.
Rispetto ai 498 “martiri” il 26 ottobre, nel pieno della polemica, ha dichiarato che i martiri sono “testimoni di fede, perdono e riconciliazione”.
Ed infatti nel 2004 Sistach concluse ufficialmente lo studio per la beatificazione di Maria Mullerat, morto nel 36 come “martire”.
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12. Card. ANDRÉ VINGT-TROIS    
65 anni, attento al ruolo della famiglia, si è sempre speso per un rilancio dell’identità cristiana. E’ il primate della Chiesa di Francia. Ha raccolto a Parigi il testimone del cardinale Jean Marie Lustiger, un ebreo convertito che ha lasciato un profondo segno nella società francese.
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13. Card. ANGELO BAGNASCO    
Era ordinario militare d’Italia, ora è presidente della Conferenza Episcopale Italiana e famoso in tutto il mondo come “Vergogna”.
Ha dichiarato: “Quando il criterio dominante è l’opinione pubblica o le maggioranze vestite di democrazia – che possono diventare antidemocratiche o violente – allora è difficile dire dei "no". Perché quindi dire no a varie forme di convivenza stabile giuridicamente, di diritto pubblico, riconosciute e quindi creare figure alternative alla famiglia? Perché dire di no all’incesto, come in Inghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene?. Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano? Bisogna avere in mente queste aberrazioni secondo il senso comune e che sono già presenti almeno come germogli iniziali”.
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14. Card. THÉODORE-ADRIEN SARR    
71 anni, vescovo di Dakar in Senegal, è presidente della Conferenza Episcopale dell’Africa Francese. Mons. Sarr, pur non ignorando il lascito culturale della "negritude", elaborata dallo scomparso presidente del Senegal, il poeta Leopold Senghor, lo inserisce nel più ampio contesto del cattolicesimo africano e del rafforzamento delle sue radici nella fase iniziale della globalizzazione. Boh, bisogna certo considerare che il Senegal è un paese che sta vivendo una grande crescita economica…
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15. Card. OSWALD GRACIAS    
63 anni, è tra le voci cattoliche più significative nella scena asiatica. Titolare della diocesi di Bombay (India), ha preso il posto del card. Ivan Dias, chiamato alla guida di "Propaganda Fidei". L’attenzione alla famiglia e ai laici, la vicinanza agli emarginati e soprattutto il dialogo interreligioso sono alcune caratteristiche della sua azione pastorale.
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16. Card. FRANCISCO ROBLES ORTEGA    
Legato ai Legionari di Cristo, Arcivescovo di Monterrey in Messico e si è presentato a Roma con 100 accompagnatori!
Nel 2006 si fece portavoce di una campagna per il ritiro di libri di testo che distorcevano l’educazione sessuale
Mentre in Messico c’era la polemica per l’adozione della legge sulla depenalizzazione dell’aborto nella capitale (marzo ‘07) prese parte pesantemente alle polemiche e, con il Comitato Nazionale Pro-Vida, invita tutti a partecipare al “Giorno del Bambino appena concepito” a Monterrey. Ha dichiarato “Io spero che prevalga la ragione, che prevalga il senso umanitario perché nel fondo questo è il gioco, legiferare contro la vita è la prova manifesta che si è contro l’umanità sia nell’aspetto morale che nell’aspetto religioso”. La legge è stata approvata.
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17. Card. DANIEL N. DINARDO    
È diventato arcivescovo coadiutore della Provincia ecclesiastica di Galveston-Houston (U.S.A.) ed è il primo cardinale dal Sud degli USA.
Da un articolo del 2002 del Des Moines Register: DiNardo, che diventò vescovo di Sioux City nel ‘97, avrebbe mancato di riportare alla polizia il fatto che un prete molestava bambini. L’articolo indica che in quella diocesi sono state fatte 33 denuncie di abusi compiuti da 10 preti negli ultimi 53 anni.
È conosciuto come simpaticone e il prete Christiansen ha detto di lui “è così benedetto e così divertente…”
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18. Card. ODILO PEDRO SCHERER    
Brasiliano, prete da 30 anni, vescovo da 5 e già cardinale. Una grandissima impennata di carriera sotto questo papato. Si è distinto per aver firmato una lettera contro l’aborto dei feti acefali.
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19. Card. JOHN NJUE
Arcivescovo di Nairobi, contrario ad aborto e alla fecondazione assistita. Il nuovo cardinale è molto vicino a i gruppi pro-vita che da anni lottano contro la depenalizzazione dell’aborto.
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20. Card. GIOVANNI COPPA    
Italiano, ha visitato tutte le Nunziature, compiendo per cinque volte il giro del Mondo. Nel 1990 diventa Nunzio apostolico a Praga, incarico che mantiene fino al 2001, con l’obiettivo di ricostruire i rapporti diplomatici tra Cecoslovacchia e Santa Sede, interrotti nel 1948.
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21. Card. ESTANISLAO ESTEBAN KARLIC    
Altro argentino Karlic emise una dichiarazione molto forte sui silenzi della chiesa sotto la dittatura.
A parte questo, che potrebbe farcelo vedere in maniera positiva, un romanzo (Codigo de Fuego) lo cita per il lavorio ad Entre Rios (Karlic era vescovo li) nell’applicare le terrificanti politiche economiche di Carvallo e di Menem (Plan de Contingencia,93) che costarono 10000 impiegati. Appoggiando il governatore dichiarò: “Qui è come con il debito estero, tutti dobbiamo farci responsabili”. Altri preti lo seguirono, mentre il Papa a Roma si pronunciava poteva permettere di pronunciarsi contro, il lavoro sporco lo facevano altri
Inoltre a casa sua (proprio a casa sua) si è tenuta un’investigazione per il caso di pedofilia di un vescovo i cui risultati ha contribuito ad occultare.
Dal Libro Nuestra Santa Madre di Olga Wornat si desume che ha tenuto segreti casi di pedofilia su più di 45 bambini all’inizio degli anni 90.
“La successione di errori iniziò nel 1984 con la elezione di Storni come arcivescovo di Santa Fe. Il religioso, un conservatore dalla testa ai piedi, rimpiazzò monsignor Vicente Zazpe, un leggendario difensore dei diritti umani. […] Quando all’inizio degli anni ‘90 cominciarono ad essere note le denuncie contro gli abusi sessuali commesse, si supponeva, da Storni, il Vaticano dovette aprire un inchiesta. Per questo designò il prestigioso arcivescovo di Mendoza, monseñor José María Arancibia, che si trasferì a casa dell’arcivescovo di Paranà e attuale presidente dell’episcopato, Karlic. Lì, separato da Santa Fe dal fiume Paranà, Arancibia ha ricevuto la testimonianza di più di 40 sacerdoti, seminaristi e laici. Fu un lavoro minuzioso realizzato con la massima discrezione,sicuramente con i proposito di proteggere l’onore di Storni fino a che non si fosse chiarita la situazione. Ma il Vaticano, senza che se ne sappia la ragione, non ha mai diffuso i risultati di questa investigazione.
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22. Card. URBANO NAVARRETE    
Spagnolo, rettore emerito della Pontificia Università Gregoriana, spagnolo, è entrato nei gesuiti nel 1937. Ha fatto parte del gruppo di lavoro per la revisione del diritto matrimoniale del Codice della Chiesa latina e del Codice delle Chiese orientali. Ma soprattutto nel 2003 si è occupato della dichiarazione del Vaticano che l’operazione di cambiamento di sesso non cambia il genere sessuale delle persone
Il documento è stato completato nel 2000 e spedito "sub secretum" ai rappresentanti del papa in tutti i paesi al fine di fornire ai vescovi una guida di base "caso per caso". Ma quando è diventato chiaro che molti vescovi non ne erano ancora a conoscenza, nel 2002 la congregazione l’ha alla fine inviata al presidente della conferenza episcopale. "Il punto chiave è che l’intervento chirurgico (sui transessuali) è così superficiale ed esterno che non cambia la personalità. Se la persona era maschio, rimane maschio. Se era femmina, resta femmina", dice la fonte.
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23. Card. UMBERTO BETTI    
Rettore emerito Pontificia Università Lateranense e non vescovo. L’ultimo a ricevere la berretta coloro porpora è stato il Cardinale Umberto Betti, francescano nato ad Arezzo, che è scoppiato in un pianto di commozione.
Ha collaborato alle Costituzione dogmatica sulla dottrina della fede “Dei verbum” e “Lumen Gentium”. Ha vinto anche il Fiorino d’Oro.
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Commento
L’11 novembre Bertone ha dichiarato: “La nomina di 3 cardinali è un segno di fiducia del Papa nella Chiesa cattolica spagnola”. Ci crediamo, visto la bella beatificazione di 498 “martiri” franchisti praticata il 28 ottobre.

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