Cei: “Modificare sistema elettorale”

13:44 I vescovi: “Valutare i valori delle persone in lista”

“L’attuale sistema elettorale obbliga gli elettori cattolici ad un maggiore discernimento, in quanto non possono scegliere direttamente chi sarà eletto. E’ la valutazione del segretario della Cei, mons. Betori, secondo il quale questo discernimento “dovrà riguardare sia il programma che viene proposto che le persone presenti nella lista. E non si possono separare i valori, scegliendone qualcuno e rinunciando ad altri. Occorre soppesare invece l’insieme dei valori”

13:33 Cei: “Modificare sistema elettorale”

“Il sistema elettorale deve tornare “a dare più democrazia a questo Paese” ed è necessario che il prossimo Parlamento modifichi la legge elettorale, “tornando a dare al cittadino la possibilità di scegliere i suoi rappresentanti”. E’ quanto chiede la Conferenza episcopale italiana

Repubblica.it – 18 marzo 2008

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Sondaggio Demos: il 51% vuole che la Chiesa non influenzi le scelte legislative

Ampie minoranze (45%) si dichiarano contro i diritti alle coppie di fatto e l’eutanasia
Tra i fedelissimi della messa Pdl avanti di 20 punti sul Pd
Nella classifica dei problemi ritenuti prioritari la tutela della vita è solo al nono posto

“UTILI, ma poi ciascuno si deve regolare secondo coscienza”: è questo il criterio prevalente, fra gli italiani, nel valutare le indicazioni della Chiesa sulle questioni che riguardano la vita, la morale, la sessualità. Il cattolicesimo rimane un riferimento forte per otto persone su dieci, ma in pochi considerano le prescrizioni della Chiesa vincolanti per i propri comportamenti. Viene accettato il suo intervento sulla vita pubblica, ma respinto il tentativo di orientare il processo legislativo. Dal punto di vista politico, si osserva invece un sensibile sbilanciamento “a destra” dei cattolici praticanti. E’ quanto emerge da un’ampia indagine, realizzata da Demos per la Repubblica, che ha come focus le relazioni tra società, religione e politica.

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Bologna: obiezione e caccia alle streghe!

Il 7 marzo a Bologna alcun* attivist* del TPO hanno fatto una azione di protesta [Video] davanti una farmacia per lanciare “una campagna di boicottaggio alle farmacie che non vendono il contraccettivo di emergenza (pillola del giorno dopo) con un’azione simbolica: lanciando polistirolo a forma di pillola, esponendo uno striscione, volantinando e attaccando adesivi sulla vetrata della farmacia. Il responsabile della farmacia aveva reagito in modo molto violento, insultando, aggredendo una delle militanti e cercando di stapparle il megafono, salvo poi denunciare i manifestanti stessi.”

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Laicità repressa

Se c’è un problema di minoranze offese e marginalizzate, oggi in Italia, esso riguarda i laici

La Città del Vaticano, in termini di diritto internazionale, è uno Stato sovrano titolare di ‘soggettività internazionale’. È ammesso come osservatore permanente all’Onu, mantiene rappresentanze diplomatiche presso gli organismi internazionali e scambia ambasciatori accreditati con tutto il mondo. In termini istituzionali la Città del Vaticano è una sorta di monarchia elettiva. Al vertice dello Sato vi è infatti una figura assimilabile a un presidente a vita, eletto da un conclave di maggiorenti (i cardinali). Il pontefice esercita la sua attività coadiuvato da un consiglio da lui scelto (come nelle corti di un tempo) a cui sono affidati compiti e funzioni varie; ma è da lui che promana ogni iniziativa in campo civile, oltre che religioso ovviamente. Come è scritto nel sito ufficiale del Vaticano, “nell’esercizio della sua suprema, piena ed immediata potestà sopra tutta la Chiesa, il romano Pontefice si avvale dei dicasteri della curia romana, che perciò compiono il loro lavoro nel suo nome e nella sua autorità, a vantaggio delle Chiese e al servizio dei sacri pastori”. Del resto, anche l’articolo 1 della Costituzione della Città del Vaticano, entrata in vigore il 22 febbraio 2001, non lascia adito a dubbi sul suo ruolo: “Il Sommo Pontefice, Sovrano (sic) dello Stato della Città del Vaticano, ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario”.
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Mary Ann Glendon, l’ambasciatrice pro-life

Il 29 febbraio è stato ricevuto da Benedetto XVI il nuovo ambasciatore americano presso la Santa Sede, la cattolica Mary Ann Glendon.

Negli anni passati, la Glendon ha lavorato a stretto contatto con la Santa Sede, un lavoro tutto incentrato attorno alle tematiche della vita che l’ha portata a divenire, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, visiting professor alle pontificie università Gregoriana e Regina Apostolorum di Roma e in seguito, nel 1995, capo della delegazione vaticana alla conferenza di Pechino sulle donne. In questa occasione, si distinse per la tenacia e l’abilita’ con cui difese le posizioni vaticane su aborto, contraccezione, salute femminile. A partire dal 2004, è stata presidente della pontificia Accademia delle Scienze Sociali mantenendo, nel contempo, l’insegnamento di legge all’università di Harvard.

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Corrado Guzzanti torna in tv con Don Pizzaro: “A chi abortisce togliamo i punti della patente”

A ‘Parla con me’ di Serena Dandini nei panni di Don Pizzarro. Nel mirino Ferrara: ”A chi abortisce togliamo i punti della patente”

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L’alleanza tra Cei e Ancona finisce in tribunale. Era nata per “purificare lo sport dal business”

Doveva «pacificare il calcio professionistico e purificarlo dal
business», ma ora è guerra di denari sul «progetto soccer» benedetto
dal Pontefice. In ottobre la firma al Pontificio oratorio San Pietro
dell’accordo tra l’Ancona (in lotta per la promozione in serie B) e il
Csi (Centro sportivo italiano) collegato alla Cei, la Conferenza
episcopale italiana (i vescovi). Poi l’udienza in Vaticano e la
consegna a Ratzinger della nuova maglia della società marchigiana,
personalizzata col nome del Papa. Con tanto d’appello del segretario
di Stato, Tarcisio Bertone, «a cogliere la valenza educativa dello
sport, fattore di autentica promozione umana», prima dell’amichevole
tra l’Ancona e le All Star Clericus Cup, selezione dei migliori atleti
del Mondiale pontificio per seminaristi e sacerdoti. Le partite della
«squadra del Papa», col logo Csi sul petto, finirono sulle tv di tutto
il mondo, accompagnate da proclami per lo «sport etico» e dal codice
di comportamento per i giocatori: niente scorrettezze o insulti in
campo, pena prestazioni di volontariato obbligatorie.

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Vaticano, precarie e sfruttate “in nome di dio”. Le hostess dei bus turistici

Lavorano per il Vaticano e sono in nero. Chi sono? Non sono suore. Sono le lavoratrici dell’Orp, l’Opera romana pellegrinaggi, ribattezzata per un giorno “organizzazione reclutamento precarie”. Ieri hanno manifestato davanti alla stazione Termini, luogo dove normalmente si danno appuntamento per prendere servizio, denunciando una situazione di totale azzeramento dei diritti e una remunerazione da fame. Sei euro e venti centisimi al giorno l’ora. E’ questo l’obolo che circa venti hostess ricevono per prestare la loro assistenza sui bus di “Roma Cristiana” una sorta di giro turistico per accedere al quale i pellegrini pagano quasi venti euro.

Nessun problema con l’orario di lavoro, ma la dispobilità a coprire eventuali rimpiazzi deve essere totale. Se protesti, però, non prendi serivizio e se durante il lavoro qualcuno, magari un agente di polizia che ferma l’automezzo per i controlli di routine, vuole capire che ci fai lì devi far finta di niente.

«E’ successo anche questo – racconta una delle ragazze – e quando ero quasi riuscita a strappare al poliziotto la promessa che almeno avrebbe fatto un verbale è intervenuta la mia coordinatrice ed ha fatto in modo di mettere tutto a tacere. Sono questi i controlli di cui parla il ministro del Lavoro Damiano?». Il fatto si è verificato il 26 febbraio scorso alle 12.30 in via della Conciliazione, dove “Roma Cristiana” ha un capolinea.
La protesta di ieri si è fatta sentire. Tanto che l’Orp per un giorno ha dovuto annullare il “santo tour”. Lunedì gli avvocati dei Cobas inizieranno le pratiche con la richiesta di regolarizzazione. «E’ ora che le gerarchie Vaticane – si legge in un volantino dei Cobas – anziché lanciare precetti morali al mondo intero, inizino a fare pulizia totale di ogni forma di precarietà e sfruttamento nelle proprie aziende. Iniziando dalle hostess dei bus di Roma Cristiana che hanno diritto tute a un contratto regolare e a una retribuzione dignitosa».
 

Fabio Sebastiani – Liberazione – 9 marzo 2008

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La collezione pornogay dell’abate

Un monaco benedettino tedesco di 49 anni è stato pizzicato mentre rubava quattro dvd pornogay in un sex shop nella città bavarese di Wurzburg. Lo riferisce il giornale Abendzeitung. Una perquisizione nella stanza del monaco nell’abbazia medievale di Maria Laach a Rhineland-Palatine ha rivelato una collezione di oltre 200 dvd dello stesso genere. L’abbazia, fondata nel 1093, è una delle più belle strutture romaniche della Germania. Continue reading

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8 marzo – presidio denuncia contro “Roma Cristiana”

Oggi dalle ore 10, a piazza dei Cinquecento a Roma si è svolto un partecipatissimo presidio,
indetto dal Cobas del lavoro privato, aderente alla Confederazione Cobas, per denunciare lo
sfruttamento a cui sono sottoposte le hostess che lavorano per l’Opera Romana Pellegrinaggi
(ORP) sui bus di “Roma Cristiana”.

E’ stato per la prima volta reso pubblico da alcune lavoratrici in nero, che sui bus turistici di
“Roma Cristiana”, le hostess di bordo sono tutte rigorosamente precarie. Ma è stata anche la
prima volta che, i bus di “Roma Cristiana” non hanno prestato servizio. Si dice “per le
manifestazioni” ma è assai più certo che la decisione sia stata presa in risposta al presidio di oggi,,
considerando che i tragitti dei bus non incrociavano alcuna manifestazione al di fuori di quella di
piazza dei Cinquecento.

L’ORP, oltre a circa 20 lavoratrici “in affitto”, “assume” e sfrutta altre 20 hostess (circa)
completamente in nero. IN NERO, cioè sottopagate e senza alcun diritto per malattia,
infortunio, MATERNITA’, pensione.

Alla manifestazione hanno dato tutto il loro pieno sostegno le “colleghe” di Trambus Open, che
dopo una vertenza iniziata l’8 marzo dello scorso anno, oggi hanno finalmente un contratto a
tempo indeterminato. Hanno inoltre aderito alla manifestazione Facciamo Breccia e l’associazione
UAAR di Roma, oltre che numerose compagne femministe e lesbiche di Roma.

Cobas del lavoro Privato, aderente alla Confederazione Cobas
Roma, 8 marzo 2008
per informazioni: tel. 06/77591926 fax 06/7206060, 349/6946710

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