In un giorno di seduta parlamentare, Francesco Rutelli, si affacciò da un balcone di Palazzo Montecitorio per sostituire la bandiera italiana con quella dello Stato del Vaticano.
15/6/2007
di Sara Di Francesca
In una grande città metropolita come Roma le vicende che si intrecciano sono numerose, tanti i protagonisti coinvolti e tante le storie da raccontare.
Queste storie in realtà non sono altro che la quotidianità dei 2.550.000 abitanti della Capitale, che coinvolti in alterne vicende si trovano a dover combattere sempre contro un nemico ma tutto assume una connotazione diversa se il “nemico” è lo Stato del Vaticano. Ebbene si, ci troviamo davanti ad uno dei lati “negativi” dell’amministrazione di uno Stato. Accettiamo le ingerenze sulla politica nazionale ed internazionale della Chiesa, gli appelli sul valore della famiglia, l’indicazione della “retta via” ma non possiamo accettare le ingiunzioni di sfratto ai cittadini che vivono negli appartamenti di sua proprietà. In un periodo in cui si vede la Chiesa sempre al centro di continui attacchi da parte dei laici e degli atei, i cristiani rimangono davvero disarmati di fronte ad alcuni atteggiamenti poco condivisibili e poco osservanti dei diritti altrui. A Roma un quarto degli immobili è della Curia e nel territorio italiano conta circa il 20-22% del patrimonio accumulato in seguito ad offerte di privati. Ma non si tratta esclusivamente di donazioni, molti edifici sono stati costruiti nel dopoguerra con i soldi americani del piano Marshall riservati alla Santa Sede, godendo inoltre di ulteriori privilegi come la riduzione del 50% dell’Ires, l’imposta sul reddito cui vanno ricondotti i redditi fondiari derivanti da affitto di immobili. Inoltre gli appartamenti del centro storico, sono accatastati come case popolari o ultrapopolari, quindi pagano un decimo dell’ICI ma il canone di affitto è alto come un qualsiasi appartamento del centro di Roma.
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