I misteri del Vaticano

Diritto.net – I misteri del Vaticano Autore:  Di Andrea Atzori

  L’arresto di Paolo Gabriele, maggiordomo del Papa, accusato di avere sottratto documenti riservatissimi, poi passati al giornalista di Libero Gianluigi Nuzzi e da lui usati per scrivere il libro che ha fatto tremare, come un terremoto, le fondamenta del palazzo pontificio, è una notizia che ha fatto, subito, il giro del mondo. Il Vaticano, travolto da questo ennesimo scandalo, paga la sua indebita intromissione dentro agli affari interni dello Stato italiano. La crisi di democrazia che la repubblica italiana sta sperimentando in questi decenni, a cavallo tra i due secoli che separano la fine del secondo dall’inizio del terzomillennio, sono direttamente rapportati al disegno eversivo che, prepotentemente, ne ha scosso, dalle fondamenta, le strutture portanti. Quel terrorismo che, ancora in questi giorni, ha colpito in modo spietato e subdolo, senza lasciare tracce di se e sprofondando gli organi governativi nel più impotente sconforto. Gli episodi di corruzione infinita che dilagano dentro alla vita istituzionale, contribuiscono a rafforzare quel clima di incertezza e disorientamento dentro al quale i cittadini vengono avvolti da una fortissima sensazione di incredulità e smarrimento. Se a questo quadro, di per se stessopreoccupante, aggiungiamo la situazione di crisi economica gravissima che imperversa dappertutto nel mondo, ma in modo particolare, in Italia, ci rendiamo perfettamente conto, che stiamo arrivando ad un punto cruciale, ad una svolta storica, di cui ci sentiamo un poco tutti protagonisti. Stiamo diventando testimoni personali di eventi storici traumatici che i nostri posteri studieranno ed analizzeranno, dettagliatamente, nei banchi di scuola, sui loro libri di testo, sognando ad occhi aperti, nel tentativo di ricostruire quella verità che l’insegnamentoe la ragione consigliano e propongono. Nel bel mezzo di questo uragano che si addensa, oscuro e minaccioso, la Chiesa cattolica rimane stritolata, come unprimattore indiscusso, in base ad un ruoloda protagonista che essa stessa si è ritagliato. La morte drammatica di Roberto Calvi, quella di Emanuela Orlandi, l’attentato al papa, il licenziamento di Boffo, le carte false per non pagare l’ICI, il licenziamento del presidente dello IOR Gotti Tedeschi, la pedofilia dei preti, i lefrebviani a cui il Papa revocò la scomunica, la corruzione dentro a Comunione e liberazione, sono segnali inconfondibili di un declino incessante ed inarrestabile. Lo scandalo scoppia con la pubblicazione di un libro intitolato “Sua santità” “Le carte segrete di Benedetto XVI”, da parte di un notissimo giornalista di punta del giornale Libero, Gianluigi Nuzzi. Vengono portate alla luce le guerre intestine tra cardinali per la conquista del potere, che nonè quello interno allo Stato del Vaticano e neppure quello per la guida della spiritualità del mondo cristiano, anch’esso di poca attrattiva per la sua ben misera rilevanza “temporale” ed economica, ma quello derivante dalla funzione rivendicata, dagli apparati ecclesiastici d’oltre Tevere, di imporre la propria supremazia nel governo della politica nazionale dello Stato italiano. Gli scontri documentati dal giornalista avrebbero come protagonisti i due massimi esponenti della gerarchia vaticana dopo il Papa, il card.Bertone edil card. Bagnasco. La posta in gioco, da sola sarebbe già sufficiente per motivare la lotta senza esclusione di colpi che viene descritta, nel libro di Nuzzi. La mia personale avversione per questa indebita interferenza delle autorità ecclesiastiche nella politica italiana, è stata espressa chiaramente, in tanti articoli dei miei blog. Anche dopo la fine indecorosa della D.C., il Vaticano, attraverso le sue alte gerarchie, ha continuato a rivendicare il suo ruolo di supremazia nel decidere il destinodel nostro Stato. Nonostante l’evidenza del totale fallimento della classe dirigente di perfetta ispirazione cattolica, che ancora ricopre i vertici istituzionali, i cardinali, ad ogni nuovo episodio di corruzione sfrenata, svelata dall’opera indefessa dei magistrati di frontiera, non solo non hanno riconosciuto i loroerrori, come diretti designatori della squadra di politici preposta al governo del nostro Stato, ma, anzi, hannocontinuato sempre ad accusare la mondanità e l’ateismo, da cui sarebbe stata pervasa tutta la società italiana e suggerendo un cambiamentocon una seconda squadra costituita, come la precedente, ed ancor più, dai massimi dirigenti delle associazioni religiose cattoliche, quali Azione cattolica e Comunione e liberazione. Un vero affronto all’intelligenza degli italiani. La fine del potere temporale del vaticano sull’Italia, verrà decretata e determinata più dal loroincontestabile fallimento, certificato dalla dissoluzione di quella classe dirigente dentro ad un mare di scandali, più che dalle leggi costituzionali che governano le democrazie di tutto il mondo, che impongono la separazione tra Stato e Chiesa, come prerequisito inderogabile ed indispensabile per garantire il rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge. L’esistenza di una religione di Statonon è compatibile con la democrazia. Inevitabilmente essa si traduce in una persecuzione delle minoranze religiose, che vengono emarginate ed escluse dalla vita sociale, politica ed economica di quel paese. La smania dei porporati di impossessarsi delle redini del potere degli Stati, causa di guerre infinite, anche fratricide, che hanno insanguinato l’Europa nel corso dei secoli, è un fenomeno storico ben noto, una debolezza umana che la Chiesa cattolica si è trascinata fino ai nostri giorni, che fatalmente concorre ad inquinare la c.d. purezza del suo messaggio spirituale, rendendola non dissimile da qualunque organizzazione tesa, esclusivamente, alla massimizzazione dei profitti economici. Se, ulteriormente, teniamo conto dell’evoluzione e del progressoscientifico moderno, sgorgante come da una fonte primigenia, dal positivismo scientifico del c.d. secolo dei lumi, arrivato già al punto cruciale di sollevare e far cadere, gli ultimi veli sulle origini di questo e dei tantissimi altri, infiniti, universi possibili, possiamo comprendere la crisi da cui tutte le religioni, non solo quella cattolica, sono dibattute. Le cronache di questi giorni, condite con notizie di corvi neri che vengono arrestati e giornalisti demonizzati solo per il fatto che stanno facendo nient’altro che il loro nobilissimo mestiere di informare il pubblico su fatti realmente accaduti, danno solo la chiara evidenza del crollointerno ad un mondo ormai fatiscente che si accascia sotto al peso del logoramento e della corruzione dei secoli. Se non del tutto bloccato, questo processo di incessante deterioramento, sarebbe stato, di sicuro, rallentato, se il Vaticano avesse messo in atto l’insegnamento del Papa Albino Luciani, deceduto, purtroppo, a ridosso della sua ascesa al soglio pontificio. L’avversione di tutta la gerarchia clericale per le sue idee di riforma della Chiesa concepita appositamente per staccarla dalle sue occupazioni troppo dedite al culto del potere e del danaro, piuttostoche a quellospirituale ed ultraterreno, fu l’inizio di quella caduta dentro al baratro in cui ancora sta precipitando, prima di toccare, inevitabilmente, il suo fondo.

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Torino – 2 maggio 2010 – Piazza No Ratzinger / No Sindone

Sindone

Torino – 2 maggio 2010 – ore 15,30
Piazza No Ratzinger – No Sindone

Maggiori informazioni sul sito http://sindone.noblogs.org

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Sacerdote condannato per pedofilia, le motivazioni della sentenza

12enne di Villa Literno avrebbe subito anche altre violenze

Scritto da Salvatore Pizzo

 
Il
giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua
Vetere, Francesco Chiaromonte, ha emesso le motivazioni della sentenza,
con la quale lo scorso mese di novembre ha condannato a 6 anni ed 8
mesi don Marco Cerullo, il sacerdote 35enne di Villa Literno arrestato
nel dicembre del 2007 con l’accusa di aver compiuto abusi sessuali ai
danni di un ragazzino di 12 anni. Il Gip ha anche disposto anche una
provvisionale di 50mila euro, immediatamente esecutiva a carico del
sacerdote. Cerullo, all’epoca dei fatti era il vice parroco della
chiesa del Santissimo Salvatore a Casal di Principe, e secondo gli
inquirenti fu sorpreso dai carabinieri in flagranza di reato mentre
abusava del ragazzino, di cui era insegnante di religione. Un fatto
grave in merito al quale la Diocesi di Aversa non ha mai preso una
posizione ufficiale, nemmeno dopo la condanna.

 

L’arresto

Il
sacerdote fu arrestato in una zona di campagna tra Casal di Principe e
Villa Literno, ad ammanettarlo furono i carabinieri del Nucleo
Operativo Radiomobile di Casal di Principe: i militari notarono un’auto
ferma in una stradina isolata, si sono avvicinati è secondo le accuse,
contestate dal Pm Ricci, e secondo la tesi accusatoria notarono che il
parroco stava costringendo il ragazzino a subire un atto orale.
Cerullo, secondo fonti legali, vistosi scoperto avrebbe tanto di
scappare: mise in moto l’auto costringendo i carabinieri ad un
inseguimento, lo raggiunsero quando la sua macchina rimase bloccata in
un punto in cui la strada campestre è diventata impercorribile.
 
Le motivazioni
Il
giudice scrive che Cerullo una volta fermato dai carabinieri “ammetteva
spontaneamente quanto accaduto, aggiungendo anche ulteriori
particolari”, poi in sede di convalida dell’arresto “ridimensionava se
non addirittura escludere le sue responsabilità”. Lo aveva portato con
se per andare ad acquistare colori che dovevano servire ad addobbare il
presepe. Si apprende anche che il ragazzino ha rivelato che Cerullo gli
avrebbe chiesto di avere rapporti sessuali anche in precedenti
occasioni. Il Consulente della procura nella sua perizia sostiene che
gli abusi sarebbero avvenuti più di una volta, e il giudice scrive che
il prete gli avrebbe mandato al 12enne: “messaggi amorosi e persino
paventandogli la possibilità di morire qualora non avesse accondisceso
ai suoi approcci sessuali”. Abusi che sarebbero avvenuti non solo in
auto ma anche nell’abitazione di don Cerullo, un sacerdote che il
difensore nel tentativo di farlo scagionare, sostenendo che in casa
potevano esserci anche i suoi parenti, lo ha descritto come un
promettente teologo.
 
Dall’inchiesta
è emerso che Don Marco Cerullo, difeso dall’avvocato Carmine Ucciero,
aveva contatti con il 12enne non solo perché era il suo insegnante di
religione in un scuola media (secondaria di primo grado) di Villa
Literno, poi essendo dello stesso comune di residenza del ragazzino era
considerato dalla famiglia dell’adolescente una figura di riferimento.
La tutela degli interessi del ragazzino e della sua famiglia è stata
affidata ai legali Costantino Puocci, Sergio Cavaliere e Giacomo
Cassandra.
 

Ultimo aggiornamento ( giovedì 05 marzo 2009 )

 

fonte: Corriere di Aversa e Giugliano

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Per i denari di Pietro è quiete nella tempesta

La
crisi mondiale incide anche sulle finanze vaticane, ma in misura
limitata. Le offerte dell’obolo sono sempre generose. E la banca ha
chiuso anche il 2008 in attivo. Ecco le cifre degli ultimi cinque anni


di Sandro Magister


ROMA,
30 gennaio 2009 – Quello strano, minuscolo stato che è la Città del
Vaticano ha messo a segno, negli ultimi mesi, tre colpi di successo
senza sborsare un solo euro.

Il primo in Ungheria, sulle rive del fiume Tibisco. Lì in una vasta
pianura sta sorgendo una foresta che assorbirà ogni anno 82 mila
tonnellate di anidride carbonica. Del milione di nuovi alberi, 125 mila
sono del Vaticano, capaci di assorbire 10 mila tonnellate di anidride
carbonica, cioè quanta se ne produce in un anno dentro le mura
pontificie. Con ciò il Vaticano diventa il primo stato al mondo a
emissioni zero di Co2. Il terreno e i 170 mila euro necessari per
riforestare l’area climatica vaticana sono stati donati dalle due
società impegnate nell’impresa, l’ungherese KlimaFa e l’americana
Plankton.

Il secondo colpo è stato realizzato sotto la cupola di San Pietro.
Sui 5 mila metri quadrati del tetto dell’aula delle udienze costruita
da Pierluigi Nervi sono stati applicati 2.400 pannelli a luce solare.
Produrranno 300 megawattora annui di energia elettrica "pulita",
risparmiando il consumo di 80 tonnellate di petrolio ed evitando così
di immettere nell’aria 225 tonnellate di anidride carbonica. Il nuovo
impianto fotovoltaico è entrato in funzione lo scorso 26 novembre. Le
spese le ha sostenute la società costruttrice, la tedesca SolarWorld
AG.

Il terzo colpo a costo zero è stato l’ingresso in YouTube, la più
grande community mondiale di filmati sul web. Il nuovo canale,
inaugurato il 23 gennaio col managing director di Google, Henrique de
Castro, venuto a Roma a tagliare il nastro, offre ogni giorno videonews
di produzione propria sulle attività del papa e del governo centrale
della Chiesa. Da Google il Vaticano ha ottenuto una particolare
protezione di questo suo nuovo canale. I video non potranno essere
scaricati e fatti circolare senza controllo, né potranno essere immessi
commenti.

Ma questi tre successi hanno dato soltanto un parziale sollievo
alle autorità che amministrano il piccolo stato vaticano. I consuntivi
del 2008 saranno resi pubblici all’inizio dell’estate e sono attesi con
più apprensione del solito.

A conforto c’è che lo IOR, Istituto per le Opere di Religione, la
banca vaticana leggendaria per la sua impenetrabile segretezza, sembra
aver chiuso anche il 2008 in discreta salute, nonostante i disastri
della finanza mondiale. Ogni gennaio il presidente dello IOR, che da
vent’anni è il lombardo Angelo Caloia, si presenta dal papa con un
assegno generoso, in proporzione ai profitti dell’anno. La consistenza
di questo assegno è segretissima, ma fonti affidabili asseriscono che
il suo ordine di grandezza è circa il doppio dell’Obolo di san Pietro,
cioè delle offerte che da tutto il mondo affluiscono ogni anno al papa
per le sue opere di carità.

E l’Obolo di san Pietro è una pietra di paragone nota. Nel 2007 è
ammontato a 94,1 milioni di dollari, di cui 14,3 sono arrivati da un
solo donatore che ha voluto restare anonimo. Nel contribuire all’Obolo,
le nazioni più generose sono state nell’ordine gli Stati Uniti e
l’Italia, rispettivamente col 28 e col 13 per cento del totale. La
Germania segue più distaccata, col 6 per cento.

Ma per il papa non c’è solo l’Obolo. Ci sono anche le offerte e i
contributi che le diocesi e le congregazioni religiose di tutto il
mondo sono tenute a versare al successore di Pietro, a norma del canone
1271 del codice di diritto canonico.

Nel 2007 tali contributi sono ammontati a 29,5 milioni di dollari,
con in testa la Germania, 31 per cento del totale, gli Stati Uniti, 28
per cento, e l’Italia, 19 per cento. Le offerte sono libere, ma da
qualche anno il Vaticano chiede alle diocesi di dare almeno 1 euro per
ogni battezzato, e alle congregazione religiose almeno 10 euro per ogni
iscritto. Di fatto, però, questi parametri sono largamente disattesi.
Alcuni contribuenti danno di più, la maggior parte molto di meno. Il
governo centrale della Chiesa resta lontanissimo dal reggersi su un
regolato sistema di tassazione.

L’Obolo e le altre offerte al papa sono amministrate da un ufficio
della segreteria di stato diretto da monsignor Gianfranco Piovano. È
qui che la Santa Sede attinge per le numerose "emergenze", l’ultima un
cospicuo contributo alla ricostruzione di Gaza. I denari sono
depositati nello IOR, che da quando ha alla sua testa Caloia li
amministra con molta prudenza. Il quarto mandato quinquennale
consecutivo scade per Caloia nel giugno del 2009 e tra chi aspira a
succedergli c’è Antonio Fazio, l’ex governatore della Banca d’Italia.
Un altro nome che si sussurra è quello di Ettore Gotti Tedeschi, cinque
figli, professore all’Università Cattolica, presidente in Italia del
Banco di Santander e brillante commentatore economico per
"L’Osservatore Romano". Ma è probabile che Caloia resti al suo posto
ancora per un po’. A decidere saranno i cinque cardinali che vigilano
sullo IOR, cioé in definitiva l’attuale segretario di stato, Tarcisio
Bertone, e il suo predecessore e rivale Angelo Sodano, il cui ex
segretario Piero Pioppo è saldamente piazzato dentro la banca col ruolo
di "prelato".

Oltre all’Obolo, altri due bilanci resi pubblici nelle loro linee
generali sono quello della Santa Sede e quello del governatorato della
Città del Vaticano.

Le due amministrazioni fanno capo ciascuna a un cardinale: la Santa
Sede al lombardo Attilio Nicora, presidente dell’APSA, Amministrazione
del Patrimonio della Sede Apostolica, e il governatorato al piemontese
Giovanni Lajolo, già ministro degli esteri vaticano e in precedenza
nunzio in Germania. I conti delle due amministrazioni sono separati, e
così le competenze.

Il governatorato è l’erede del vecchio Stato Pontificio. Si occupa
di territorio, edifici, sicurezza, sanità, acque, energia, poste,
francobolli, monete, comunicazioni, approvvigionamenti. Anche le ville
papali di Castel Gandolfo ricadono sotto la sua giurisdizione, compresa
un fattoria con frutta, verdura, olio, uova e 26 mucche da latte. Ha a
suo carico circa 1800 dipendenti e 600 pensionati. Ma chiude quasi
sempre in attivo. Il maggior cespite d’entrata è dato dai Musei
Vaticani. Mentre più oscillanti sono i profitti finanziari. Nel 2006,
ad esempio, riportò un attivo di 7,2 milioni di euro. L’anno dopo
perdite per 8 milioni.

In ogni caso, il governatorato sa essere generoso. Si fa carico
ogni anno della metà del deficit della Radio Vaticana, che pure non fa
parte della sua giurisdizione. Infatti, priva com’è di pubblicità, la
Radio Vaticana registra solo uscite, con nessuna entrata. Il suo costo
annuo è attorno ai 24 milioni di euro, che le autorità della Chiesa
ritengono comunque giustamente spese. Così come per "L’Osservatore
Romano", col suo deficit annuo tra i 4 e i 5 milioni di euro.

Sia la radio che il giornale sono a carico dell’amministrazione
della Santa Sede, al pari della tipografia e dell’editrice del
Vaticano. Queste ultime nel 2007 sono risultate in attivo di oltre un
milione di euro ciascuna, grazie soprattutto al successo di vendita dei
libri di Benedetto XVI e ai proventi dei diritti d’autore. Anche il
Centro Televisivo Vaticano ha un avanzo di mezzo milione di euro. Ma
questi proventi sono niente di fronte al carico di spese richiesto per
far funzionare l’intera macchina della curia, con i suoi 2.750
dipendenti e gli oltre 900 pensionati. Solo la congregazione per
l’evangelizzazione dei popoli sta in piedi da sé, grazie soprattutto
alle offerte della giornata missionaria mondiale. Le quasi duecento
rappresentanze diplomatiche all’estero sono un puro costo.

Per far fronte a queste uscite, le risorse dell’APSA sono gli
immobili di sua proprietà, a Roma e in alte città d’Europa, che nel
2007 hanno prodotto un reddito di oltre 36 milioni di euro, e gli
investimenti finanziari, con un attivo nello stesso anno di 33 milioni
di euro, nonostante un tracollo di 12 milioni patito sui tassi di
cambio. Dopo tre anni di attivo, nel 2007 il consuntivo
dell’amministrazione della Santa Sede è tornato in rosso per oltre 9
milioni di euro, come già era avvenuto nel 2003. E il bilancio del 2008
non promette bene, visti i tempi che corrono. Previdente, il Vaticano è
tornato a puntare sull’oro. L’ultimo resoconto finanziario annuale,
trasmesso ai vescovi la scorsa estate, afferma che la Santa Sede ne
possiede per 19 milioni di euro, pari a una tonnellata di lingotti. E
poi c’è il tesoro delle offerte al papa, sempre pronto a turare le
falle.

__________

I consuntivi ufficiali degli ultimi cinque anni

AMMINISTRAZIONE DELLA SANTA SEDE (CURIA, DIPLOMAZIA, EDITORIA, RADIO, TV…)

2003: – 9,6 milioni di euro

2004: + 3,1 milioni di euro

2005: + 9,7 milioni di euro

2006: + 2,4 milioni di euro

2007: – 9,1 milioni di euro

GOVERNATORATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO (TERRITORIO, SERVIZI, MUSEI, FRANCOBOLLI, MONETE…)

2003: – 8.8 milioni di euro

2004: + 5,3 milioni di euro

2005: + 29,6 milioni di euro

2006: + 21,8 milioni di euro

2007: + 6,7 milioni di euro

OBOLO DI SAN PIETRO (PER LE OPERE CARITATIVE DEL PAPA)

2003: + 55,8 milioni di dollari USA

2004: + 51,7 milioni di dollari USA

2005: + 59,4 milioni di dollari USA

2006: + 101,9 milioni di dollari USA

2007: + 94,1 milioni di dollari USA

__________

Anno per anno, le sintesi ufficiali dei bilanci consuntivi consolidati della Santa Sede:

> 2003 A

> 2003 B

> 2004

> 2005 A

> 2005 B

> 2006

> 2007

__________

Un precedente servizio di www.chiesa sul tema:

> Il banchiere del papa racconta: "Ecco come ho risanato lo IOR" (18.6.2004)

__________

L’omelia del 6 ottobre 2008 di Benedetto XVI al sinodo dei vescovi,
con il celebre passaggio sul crollo delle grandi banche e "i soldi che
scompaiono, sono niente":

> "Cari fratelli nell’episcopato…"

 

Fonte: www.chiesa – 30 gennaio 2009

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Noi vittime dei preti pedofili

Decine di bambini e ragazzi sordi violentati e molestati in un
istituto di Verona fino al 1984. E dopo decenni di tormenti, gli ex
allievi trovano la forza di denunciare gli orrori. Ma molti dei
sacerdoti sono ancora lì

Per oltre un secolo è stato un simbolo della carità della Chiesa:
una scuola specializzata per garantire un futuro migliore ai
bambini sordi e muti, sostenendoli negli studi e nell’inserimento
al lavoro. L’Istituto Antonio Provolo di Verona ospitava i piccoli
delle famiglie povere, figli di un Nord-est contadino dove il boom
economico doveva ancora arrivare. Fino alla metà degli anni
Ottanta è stato un modello internazionale, ma nel tetro edificio di
Chievo, una costruzione a metà strada tra il seminario e il
carcere, sarebbero avvenuti episodi terribili
.

Solo oggi, rincuorati dalle parole di condanna pronunciate da papa
Ratzinger contro i sacerdoti pedofili, decine di ex ospiti hanno
trovato la forza per venire allo scoperto e denunciare la loro
drammatica esperienza: "Preti e fratelli religiosi hanno
abusato sessualmente di noi
". Un’accusa sottoscritta da
oltre 60 persone, bambini e bambine che hanno vissuto
nell’Istituto, e che ora scrivono: "Abbiamo superato la nostra
paura e la nostra reticenza".

Gli abusi di cui parlano sarebbero proseguiti per almeno
trent’anni, fino al 1984. Sono pronti a elencare una lunga lista di
vittime e testimoni, ma non possono più rivolgersi alla
magistratura: tutti i reati sono ormai prescritti, cancellati dal
tempo. I sordomuti che dichiarano di portarsi dentro questo dramma
sostengono però di non essere interessati né alle condanne penali
né ai risarcimenti economici. Loro, scrivono, vogliono evitare che
altri corrano il rischio di subire le stesse violenze: una decina
dei religiosi che accusano oggi sono anziani, ma restano ancora in
servizio nell’Istituto, nelle sedi di Verona e di Chievo.
Per questo, dopo essersi rivolti al vescovo di Verona e ai
vertici del Provolo, 15 ex allievi hanno inviato a ‘L’espresso’ le
testimonianze – scritte e filmate – della loro esperienza.

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</b>

Documenti sconvolgenti, che potrebbero aprire uno
squarcio su uno dei più gravi casi di pedofilia in Italia: gli
episodi riguardano 25 religiosi, le vittime potrebbero essere
almeno un centinaio.

La denuncia
Gli ex allievi, nonostante le difficoltà nell’udito e nella parola,
sono riusciti a costruirsi un percorso di vita, portandosi dentro
le tracce dell’orrore. Dopo l’esplosione dello scandalo
statunitense che ha costretto la Chiesa a prendere atto del
problema pedofilia, e la dura presa di posizione di papa Benedetto
XVI anche loro hanno deciso di non nascondere più nulla. Si sono
ritrovati nell’Associazione sordi Antonio Provolo e poi si sono
rivolti alla curia e ai vertici dell’Istituto. Una delle ultime
lettere l’hanno indirizzata a monsignor Giampietro Mazzoni, il
vicario giudiziale, ossia il magistrato del Tribunale ecclesiastico
della diocesi di Verona. È il 20 novembre 2008: "I sordi hanno
deciso di far presente a Sua Eminenza il Vescovo quanto era loro
accaduto. Nella stanza adibita a confessionale della chiesa
di Santa Maria del Pianto dell’Istituto Provolo, alcuni preti
approfittavano per farsi masturbare e palpare a loro volta da
bambine e ragazze sorde
(la porta era in quei momenti
sempre chiusa a chiave).
 
I rapporti sodomitici avvenivano nel dormitorio,
nelle camere dei preti e nei bagni sia all’Istituto Provolo di
Verona che al Chievo e, durante il periodo delle colonie, a Villa
Cervi di San Zeno di Montagna". E ancora: "Come non bastasse, i
bambini e ragazzi sordi venivano sottoposti a vessazioni, botte e
bastonature. I sordi possono fare i nomi dei preti e dei fratelli
laici coinvolti e dare testimonianza". Seguono le firme: nome e
cognome di 67 ex allievi.

Le storie
I protagonisti della denuncia citano un elenco di casi
addirittura molto più lungo, che parte dagli anni Cinquanta.
Descrivonomezzo secolo di sevizie, perfino sotto l’altare,
in confessionale, dentro ai luoghi più sacri
.
Quei bambini oggi hanno in media tra i 50 e i 70 anni: il più
giovane compirà 41 anni fra pochi giorni. Qualcuno dice di essere
stato seviziato fino quasi alla maggiore età. Gli abusi,
raccontano, avvenivano anche in gruppo, sotto la doccia. Scene
raccapriccianti, impresse nella loro memoria. Ricorda Giuseppe, che
come tutti gli altri ha fornito a ‘L’espresso’ generalità complete:
"Tre ragazzini e tre preti si masturbavano a vicenda sotto la
doccia". Ma la storia più angosciante è quella di Bruno, oggi
sessantenne, che alla fine degli anni Cinquanta spiccava sugli
altri bambini per i lineamenti angelici: era il ‘bello’ della sua
classe. E solo ora tira fuori l’incubo che lo ha tormentato per
tutta la vita: "Sono diventato sordo a otto anni, a nove
frequentavo il Provolo che ho lasciato a 15 anni. Tre mesi dopo la
mia entrata in istituto e fino al quindicesimo anno sono stato
oggetto di attenzioni sessuali, sono stato sodomizzato e costretto
a rapporti di ogni tipo dai seguenti preti e fratelli.". Ha
elencato 16 nomi. Nella lista anche un alto prelato, molto famoso a
Verona: due sacerdoti del Provolo avrebbero accompagnato Bruno nel
palazzo dell’ecclesiastico.

"Era il 1959, avevo 11 anni. Mi
ha sodomizzato e preteso altri giochi sessuali. È stata
un’esperienza terribile che mi ha procurato da adulto gravi
problemi psicologici".

Il dramma
Un altro ex allievo, Guido, dichiara di essere stato
molestato da un prete: "Avveniva nella sua stanza all’ultimo piano.
E mi costringeva a fare queste cose anche a Villa Cervi durante le
colonie estive e al campeggio sul lago di Garda". Carlo è rimasto
all’istituto dai 7 ai 18 anni, e chiama in causa un altro
sacerdote: "Mi costringeva spesso con punizioni (in
ginocchio per ore in un angolo) e percosse (violenti schiaffi e
bastonature) ad avere rapporti con lui".
Altre volte si
sarebbe trattato di bacchettate sulle mani, mentre di notte "nello
stanzone dove dormivo con altri sordi spesso mi svegliava per
portarmi nei bagni dove mi sodomizzava o si faceva masturbare. Non
ho mai dimenticato".
Sono racconti simili. Tragedie vissute da bambini di famiglie
povere, colpiti dalla sordità e poi finiti tra le mura
dell’istituto; drammi tenuti dentro per decenni. Ricostruisce
Ermanno: "La violenza è avvenuta nei bagni e nelle stanze
dell’Istituto Provolo e anche nella chiesa adiacente". "Se
rifiutavo minacciava di darmi un brutto voto in condotta, questi
fatti mi tornano sempre in mente", scrive un altro. Giuseppe
qualche volta a Verona incontra il suo violentatore, "ancora oggi
quando lo vedo provo molto disagio. Non sono mai riuscito a
dimenticare". Stando alle denunce, le vittime erano soprattutto
ragazzini. Ma ci sono anche episodi testimoniati da bambine. Lina
ora ha cinquant’anni, è rimasta "all’istituto per sordomuti dai sei
ai 17 anni. A tredici anni nella chiesa, durante la confessione
faccia a faccia (senza grata), il sacerdote mi ha toccata il seno
più volte. Ricordo bene il suo nome. Io mi sono spaventata
moltissimo e da allora non mi sono più confessata".
Giovanna scrive che un altro prete "ha tirato fuori il
membro e voleva che lo toccassi". E per molte ragazzine i fatti
avvenivano nella chiesa dell’istituto, sotto l’altare. A qualcuna,
però, è andata molto peggio.

Gli esposti
Oggi l’Istituto Antonio Provolo ha cambiato completamente
struttura e missione. Le iniziative per il sostegno ai sordomuti
sono state ridimensionate e vengono finanziate anche dalla Regione
Veneto. Adesso l’attività principale è il Centro educativo e di
formazione professionale, gestito interamente da laici, che offre
corsi d’avanguardia per giovani ed è specializzato nella
riqualificazione di disoccupati. Al vertice di tutto ci sono sempre
i religiosi della Congregazione della Compagnia di Maria per
l’educazione dei sordomuti, che dipendono direttamente dalla Santa
Sede. Alla Congregazione si sono rivolti gli ex allievi chiedendo
l’allontanamento dei sacerdoti chiamati in causa.Secondo la
loro associazione, "c’è già stata più di un’ammissione di
colpa".
La più importante risale al 2006, quando don
Danilo Corradi, superiore generale dell’Istituto Provolo, avrebbe
incontrato più di 50 ex allievi. Secondo l’Associazione, il
superiore a nome dell’Istituto avrebbe chiesto 12 volte scusa per
gli abusi commessi dagli altri religiosi. I testimoni
ricostruiscono una riunione dai toni drammatici: don Corradi che
stringe il capo fra le mani, suda, chiede perdono, s’inginocchia.
Ma i sordomuti avrebbero preteso l’allontanamento dei sacerdoti
coinvolti, senza ottenerlo. A ‘L’espresso’ don Danilo Corradi
fornisce una versione diversa: "Ho sentito qualcosa, ma io sono
arrivato nel 2003 e di quello che è successo prima non so. Non
rispondo alle accuse, non so chi le faccia: risponderemo dopo aver
letto l’articolo".

La Curia
Da quasi due anni gli ex allievi si sono appellati anche alla Curia
di Verona, informandola nel corso di più incontri. Il presidente
della Associazione sordi Antonio Provolo, Giorgio Dalla Bernardina,
ne elenca tre: a uno hanno preso parte 52 persone. E scrive al
vescovo: "Nonostante i nostri incontri in Curia durante i quali
abbiamo fatto presente anche e soprattutto gli atti di pedofilia e
gli abusi sessuali subiti dai sordomuti durante la permanenza
all’istituto, a oggi non ci è stata data alcuna risposta". L’ultima
lettera è dell’8 dicembre 2008. Pochi mesi prima, a settembre,
avevano fatto l’ennesimo tentativo, inviando una raccomandata al
vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti. Senza risposta,
"nonostante le sue rassicurazioni e promesse di intervento". Questa
missiva è stata firmata da tre associazioni di sordi: Associazione
Sordi Antonio Provolo, Associazione non udenti Provolo,
Associazione sordi Basso Veronese-Legnago.

Il vescovo, interpellato da ‘L’espresso’, replica con una
nota scritta: "Il Provolo è una congregazione religiosa. In quanto
tale è di diritto pontificio e perciò sotto la giurisdizione del
Dicastero dei religiosi.
La diocesi di Verona, sul cui
territorio è sorta la Congregazione, apprezza l’opera di carattere
sociale da essa svolta in favore dei sordomuti". Poi monsignor
Giuseppe Zenti entra nel merito: "Per quanto attiene l’accusa di
eventuale pedofilia, rivolta a preti e fratelli laici, che
risalirebbe ad alcune decine di anni fa, la diocesi di Verona è del
tutto all’oscuro. A me fecero cenno del problema alcuni di una
Associazione legata al Provolo, ma come ricatto rispetto a due
richieste di carattere economico, nell’eventualità che non fossero
esaudite. Tuttavia a me non rivolsero alcuna accusa circostanziata
riferita a persone concrete, ma unicamente accuse di carattere
generico. Non ho altro da aggiungere se non l’impegno a seguire in
tutto e per tutto le indicazioni contenute nel codice di diritto
canonico e nelle successive prese di posizione della Santa Sede.
Nella speranza che presto sia raggiunto l’obiettivo di conoscere la
verità dei fatti".

L’Associazione sordi Antonio Provolo risponde al vescovo
negando qualunque ricatto o interesse economico:
"Gli
abbiamo soltanto fatto presente i problemi, noi vogliamo che quei
sacerdoti vengano allontanati perché quello che hanno fatto a noi
non accada ad altri".

da L’Espresso – 22 gennaio 2009 – Paolo Tessadri

 

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Antonio Fazio allo IOR

Adista (Via Acciaioli 7 – 00186 ROMA) ci informa che l’ex governatore della Banca d’Italia, noto per il suo senso degli affari, potrebbe di nuovo scendere in campo. Questi signori sono intramontabili in questa Italia degli affaristi.
Secondo il Sole 24 Ore l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio potrebbe essere il prossimo presidente dello Ior (Istituto per le Opere di Religione). "La candidatura di Fazio risulta forte" – ha scritto il quotidiano di Confindustria lo scorso 1 novembre – anche se sulla sua nomina incombono le ombre del "coinvolgimento nelle vicende alla base del processi in corso". Dalla parte di Fazio ci sarebbe però "la fiducia che hanno in lui i cattolici tradizionalisti dei Legionari di Cristo, in cui si riconoscono la moglie e una delle figlie, Maria Chiara, consacrata del Regnum Christi, ossia l’affiliazione di maggior impegno del movimento (simile ai numerati dell’Opus Dei)". Inoltre l’ex governatore può contare sull’appoggio del card. Giovanni Battista Re, che da "almeno 20 anni è l’anello di collegamento tra il Vaticano e il mondo economico finanziario".

 

Don Franco Barbero

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Don Cantini “spretato” su ordine di Benedetto XVI

Il parroco fiorentino, oggi 85 anni, è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali nei confronti dei suoi giovani parrocchiani tra il 1973 e il 1987
Una prima "sentenza" nel 2005 fu considerata troppo debole e inefficiente
La richiesta dei fedeli di un supplemento d’indagine e dell’intervento diretto del Pontefice

ROMA – Il Papa, su proposta della Congregazione per la dottrina della fede, ha ridotto allo stato laicale don Lelio Cantini, il sacerdote di 85 anni ritenuto responsabile di abusi sessuali e psicologici negli anni 1973-1987 nella sua parrocchia fiorentina della Regina della Pace. Quattordici anni di abusi sessuali e ricatti e pressioni psicologiche che hanno trovato la forza di emergere solo nel 2004 quando le denunce delle stesse vittime hanno finalmente trovato ascolto.

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Abusava di due bambine durante la confessione: prete romano condannato.

Abusava di 2 bambine durante la confessione: prete romano condannato a 4 anni


ROMA
(9 maggio) – Quattro anni di reclusione per atti sessuali con
minorenni: ad essere condannato è stato un sacerdote romano di 49 anni.
Ha abusato di due bambine di 10 anni durante le confessioni, quando
approfittando di essere "padre spirituale" delle ragazzine che
frequentavano il corso di catechismo nella parrocchia Santa Rosa da
Viterbo, nel quartiere di Tor di Quinto, avrebbe più volte abbracciato
e baciato le due bambine dopo averle condotte nei locali della
sagrestia e nel suo appartamento parrocchiale. Gli abusi, secondo
l’accusa, si sarebbero prolungati fino alla primavera della scorso
anno.

La sentenza è stata emessa dal gup di Roma Marina Finiti
che ha giudicato il sacerdote con il rito abbreviato. Il magistrato ha
accolto la richiesta di condanna del pm Francesco Scavo.

da Il Messaggero 

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Papa, America aspetta papamobile su quinta avenue

Nessuno si aspetta un bis della prima visita di Giovanni Paolo II negli Usa,
che nel 1979 divenne un evento di massa e scatenò la ‘papamania’ americana
per Karol Wojtyla. Ma l’attesa cresce comunque a Washington e New York per
lo sbarco di Benedetto XVI (15-20 aprile), e le sfilate della papamobile
sulla Quinta Avenue di Manhattan e nei pressi della Casa Bianca si
preannunciano bagni di folla che agitano gli agenti del Secret Service. Il
corpo speciale che protegge il presidente George W.Bush e i tre candidati
alla sua successione, dovrà fare gli straordinari nei prossimi giorni per
tenere in piedi un apparato di sicurezza per il Papa che a New York, in
particolare, viene paragonato a quello allestito ogni 31 dicembre a Times
Square, quando un milione di persone convergono per festeggiare il nuovo
anno. "Ci sarà una presenza di polizia molto, molto visibile", avverte Paul
Browne, portavoce del NYPD, il dipartimento di polizia newyorchese.

L’America post-11 settembre del resto mette la sicurezza in cima alla lista
delle priorità e un Papa minacciato di recente da Osama bin Laden non poteva
certo fare eccezione. "Abbiamo fiducia nei dispositivi di sicurezza che il
governo americano attuerà", ha detto il segretario di Stato vaticano,
cardinale Tarcisio Bertone, in interviste ai media statunitensi in vista
della visita. "Il Papa ha fiducia in Dio – ha aggiunto il cardinale – e
anche nei suoi angeli custodi, che non mancheranno in questo viaggio negli
Stati Uniti". Le misure di sicurezza non impediranno comunque agli americani
di dare un’occhiata da vicino a un pontefice che, dopo tre anni, ancora
conoscono poco. Come ha notato il vaticanista americano John Allen, nel 2007
Benedetto XVI è finito due volte sulla prima pagina del New York Times,
mentre Giovanni Paolo II, nel suo terzo anno di papato, la conquistò ben 25
volte. L’uomo della strada negli Usa, secondo Allen, del Papa sa più o meno
tre cose: "Appare più mite di quello che ci aspettava alla sua elezione, ha
avuto qualche problema tempo fa con i musulmani, e indossa scarpe di Prada".
Circa 100.000 persone incontreranno il Papa nelle due grandi Messe in
programma al Nationals Stadium di Washington (17 aprile) e allo Yankee
Stadium di New York (20 aprile). Altre 20.000 persone, in gran parte
studenti e docenti, avranno la possibilità di vedere il Papa alla Catholic
University nella capitale il 17 aprile. Decine di migliaia di fedeli e
curiosi, inoltre, potranno schierarsi lungo i tragitti della papamobile, che
a Washington percorrerà oltre due chilometri di strade cittadine il 16
aprile (giorno dell’81mo compleanno del pontefice), dopo l’incontro tra
Benedetto XVI e Bush alla Casa Bianca.

Il punto d’arrivo sarà la residenza del nunzio della Santa Sede negli Usa,
che si trova proprio di fronte a quella del vicepresidente Dick Cheney. A
Manhattan, il Papa salirà sulla propria speciale Mercedes per sfilare per 22
isolati sulla Quinta strada, dalla cattedrale di Saint Patrick alla
residenza del nunzio all’ Onu (72ma Strada): un percorso analogo a quello
della parata annuale del Columbus Day, lungo Central Park. Altre folle, più
ridotte, accoglieranno il Papa al Santuario dell’Immacolata Concezione a
Washington, nella cattedrale newyorchese e presso un seminario alle porte di
New York. Altri eventi papali avranno platee intime, come nel caso di un
paio di incontri interreligiosi nelle due città, della visita che il Papa
compirà a Ground Zero e delle cerimonie di arrivo e partenza di ‘Sheperd
One’, come sarà battezzato l’aereo papale quando parcheggerà vicino all’Air
Force One di Bush nella base aerea di Andrews (sheperd in inglese significa
pastore).

Marco Bardazzi – ansa.it – 10/4/2008

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Confessione choc di una suora: “Io, trattata come una schiava”

ROMA – Scappa dal convento e si rifugia in un centro contro la violenza alle donne. È la storia di una suora trattata come schiava. Vittima di ricatti psicologici, si sottopone a visita ginecologica per far certificare la sua verginità. Angherie e vessazioni: cure mediche negate, mortificazioni e punizioni come "il bacio al pavimento". Le accuse sono finite ora al centro di un’inchiesta della procura di Roma che ha iscritto la madre superiora nel registro degli indagati contestandole il reato di maltrattamenti.

Il racconto choc della suora è stato confermato da due consorelle sentite ieri a palazzo di giustizia a Roma. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Nicola Maiorano che ha affidato le indagini alla polizia giudiziaria diretta dal vicequestore Orlando Parrella.

Scenario dei presunti maltrattamenti è un convento, vicino all’ospedale Gemelli, della Congregazione dello Spirito Santo, che funziona da "albergo a una stella". Vittima, suor Maria (chiamiamola così), nata 48 anni fa nelle Filippine e sbarcata a Roma nel giugno del ’97. Un anno fa, l’otto marzo giorno dedicato alle donne, la religiosa lo ricorda così: "Sono stata costretta ad allontanarmi dal convento perché gravemente ammalata e vittima di maltrattamenti da parte delle mie superiore". "Ora", continua, "ho trovato rifugio in un centro antiviolenza". Le sue sofferenze sono condensate in una denuncia presentata dall’avvocato Teresa Manente, dell’ufficio legale di "Differenza donna".

Al centro antiviolenza era stata accompagnata da due connazionali dell’associazione "Donne filippine". Una ventina di giorni dopo, "colpita da una grave emorragia", era stata costretta a lasciare il centro alla volta dell’ospedale San Camillo per essere operata. "Nonostante fossi gravemente malata da tempo", racconta, "la madre superiora mi privava di qualsiasi cura e assistenza medica, delle medicine e mi ordinava di continuare a lavorare". Già, i lavori: "Quando sono arrivata a Roma con altre consorelle", ricorda suor Maria, "mi era stato detto che avrei dovuto imparare l’italiano e dedicarmi all’apostolato con periodi di formazione e meditazione". "Ma – continua – ho sempre e solo lavorato nel convento che, in realtà, è una pensione a una stella, "Albergo suore dello Spirito Santo", con oltre 50 stanze". All’inizio, "da sola, dovevo preparare ogni giorno colazione, pranzo e cena per almeno 15 persone: al lavoro alle 6 per far mangiare le consorelle; alle 6.30 preghiera
e messa e alle 8.30 servivo le colazioni in refettorio. Poi di nuovo ai fornelli per il pranzo delle 12.30. Quindi rassettavo la cucina per tornarvi alle 17 a preparare la cena". "Tre giorni a settimana, tra le 15 e le 17, pulizie in chiesa".

Cinque mesi e, "nel dicembre 1997, mi comparvero spaccature della pelle sulle mani: "Dermatite grave", diagnosticò il dermatologo", invitandola a tenere al riparo le mani. Ma la superiora minimizza e prescrive un’altra terapia: "Crema e guanti di gomma". "Le ferite facevano molto male ma non avevo il coraggio di chiedere di cambiare mansioni per paura che la superiora si arrabbiasse e mi accusasse di non aver voglia di lavorare". Ma le piaghe si infettano. Arriva la febbre. "Allora mi accompagnò in ospedale: il dermatologo avvertì che l’infezione metteva a rischio le dita". A suor Maria viene assegnato un altro lavoro: "Lavare e stirare biancheria di consorelle e ospiti". Tra le mura della Congregazione, suor Maria viene "sottoposta a continue aggressioni e umiliazioni". "Mi venivano consegnati 20 euro al mese", racconta, "e di ogni acquisto dovevo mostrare alla superiora gli scontrini". Quest’ultima, alcune settimane fa, è stata interrogata. Assistita dall’avvocato
Stefano Merlini ha negato gli addebiti dicendo di essere vittima di una vendetta e di accuse inventate dalle tre suore.

di MARINO BISSO e CARLO PICOZZA – Repubblica.it – 11 aprile 2008

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