Il Vaticano litiga con Israele perche’ non vuole pagare le tasse (che di fatto gia’ non paga)

Le relazioni diplomatiche tra
vaticano e Israele sono storicamente segnate da alti e bassi. Tuttavia,
nelle ultime settimane, i due stati sono arrivati ai ferri corti in
merito ai privilegi fiscali che la Chiesa Cattolica vorebbe ottenere in
terra santa.


Il vaticano
detiene relazioni diplomatiche ufficiali con lo stato ebraico dalla
firma degli Accordi Fondamentali del 1993, in cui, per la prima volta,
si cerca di trovare una soluzione certa a questioni come le proprietà, i servizi resi alle popolazioni e le esenzioni fiscali.

Il
vaticano vorrebbe procedere urgentemente ad un accordo che preveda
l’ufficializazione dei privilegi fiscali di cui la chiesa già
usufruisce in terra santa, ma che non sono previsti da nessuna legge.
La santa sede inoltre, vorrebbe che lo stato di Israele pagasse il
vaticano per i servizi caritatevoli che vengono resi dalle strutture
cattoliche.

I rapporti sono tornati tesi tanto che Pietro Sampi, l’ex ambasciatore vaticano a Gerusalemme
ha rilasciato una dura intervista in cui accusa lo stato ebraico di non
rispettare i patti e di assenza di volontà politica. Ed
è volato negli USA per chiedere aiuto agli americani.
E’ fermo obiettivo della chiesa ottenere il più velocemente possibile
una legge che garantisca il proprio patrimonio immobiliare e
finanziario in terra santa, anche alla luce dell’incerta situazione
mediorientale. Per questo motivo il vaticano è disposto a giocare tutte
le proprie carte.

da Chiesa Cattiva – 22/11/2007 

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