498 franchisti beatificati nell’anniversario della marcia su Roma – comunicato sull’iniziativa

Facciamo Breccia rivendica il sostegno all’azione compiuta ieri da un gruppo di attivisti/e di “Militant” che, sulla chiesa di S. Eugenio a Roma, gestita dall’Opus Dei e dove furono celebrati i funerali del fondatore Echevarria, hanno affisso una gigantografia della Guernica di Picasso e la scritta “Chi ha ucciso, torturato e sfruttato non può essere beato”. Parimenti sostiene il volantinaggio di un nostro comunicato compiuto – in territorio italiano – da parte di simpatizzanti del nostro coordinamento, a cui la Digos ha poi sequestrato i volantini dopo aver condotto i due ragazzi in questura. Atti simbolici che hanno raggiunto il cuore e la testa di tutte e tutti coloro che lottano in Italia in nome dei valori della laicità e dell’antifascismo.

La beatificazione di 498 franchisti (“casualmente” nell’anniversario della marcia su Roma) voluta dal Vaticano è un fatto politico, che va ad inserirsi in un progetto ad ampio spettro della gerarchia d’oltre Tevere.

Con il papato Ratzinger la chiesa cattolica ha fatto un salto di qualità: priva di rappresentanti credibili “noleggiati” nei partiti collaterali, scende in campo direttamente nel nome della restaurazione di un sistema che, come nella Spagna franchista, la veda soggetto dominante (in terra, e non in cielo) e beatifica quelli che, da destra, ne difesero il potere temporale.

Facciamo Breccia denuncia la politica italiana per non aver detto nulla su questo ennesimo sdoganamento del fascismo e sul potere che il Vaticano si arroga nella riscrittura revisionista della storia.

Contro queste operazioni ideologiche rivendichiamo l’azione delle/gli antifasciste/i di Roma – etichettati dai media come autonomi, anarchici, no global – che hanno voluto difendere la memoria delle migliaia di donne e uomini che hanno lottato in Europa contro il nazi-fascismo e che sono morti per mano dei franchisti, dei fascisti, dei nazisti e nei campi di concentramento.

Allora chiediamo all’on. Folena di Rifondazione Comunista, che dichiara (su Repubblica) “non va sottovalutato il fatto che manifestazioni come quelle di ieri, oltre ad essere strumentali, possono avvelenare il clima sociale” se non crede che anche i partigiani e le partigiane abbiano avvelenato il clima sociale. Noi crediamo che lo abbia avvelenato lui votando, nella scorsa finanziaria, l’esenzione dall’ICI per le proprietà, anche a scopo di lucro, della chiesa cattolica. O anche quello non è stato un atto politico, ma solo spirituale?

A chi, come Giordano Bruno Guerri su “Il Giornale”, scrive che ad essere in piazza ieri erano “probabilmente” coloro che in altre occasioni avevano urlato “Dieci, cento, mille Nassirya”, rispondiamo che fuori dalla chiesa di S. Eusebio ieri c’erano gli stessi e le stesse che, in altre occasioni, hanno scandito lo slogan “10, 100, 1000 Porta Pia”.

Facciamo Breccia – 29 ottobre 2007

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