Il cardinale e l’embrione

– La Chiesa condanna la decisione della magistratura sulla diagnosi pre-impianto dell'embrione
– Monsignor Betori: "La scelta dei giudici contraria alla Costituzione e alla legge 40"
– Procreazione, lo sdegno della Cei
– "Illegittima la sentenza di Cagliari"

CITTA' DEL VATICANO – Come era prevedibile, non è piaciuta alla Chiesa cattolica la sentenza del Tribunale di Cagliari
sul diritto per le coppie di far effettuare prima dell'impianto la
diagnosi dell'embrione congelato in caso di ricorso alla fecondazione
assistita. "La sentenza – ha commentato il segretario generale della
Cei, monsignor Giuseppe Betori – appare in netto contrasto con la legge
40 e l'interpretazione della Corte Costituzionale: un giudice non può
emettere un giudizio che smentisce la legge e la Consulta". Il
segretario della Conferenza episcopale italiana, ha poi rincarato:
"Pensavo che i tribunali applicassero le leggi e giudicassero in
coerenza con esse".


A scandalizzarsi per la decisione della magistratura sarda è anche
l'Udc, che per bocca del capogruppo alla Camera, Luca Volonté, ha
chiesto l'intervento del ministro della Giustizia. ''Il Guardasigilli
verifichi le cause che hanno indotto il Tribunale di Cagliari ad
accogliere una richiesta di selezione degli embrioni ignorando il fatto
che in Italia l'eugenetica è vietata", ha affermato l'esponente
dell'Udc. "Mastella – ha aggiunto – ci faccia sapere domani al
'Question Time' in Aula se per caso il sistema giurisprudenziale
italiano sia stato sostituito con il Common Law, con cui si giudica caso per caso e senza codice''.

Difende invece la scelta del Tribunale di Cagliari il ministro per il
Commercio Internazionale Emma Bonino. "Per fortuna, un elemento di buon
senso", ha commentato l'esponente radicale. "Questa sentenza – ha
precisato – apre però la porta ad altre domande: in particolare, quando
la tecnologia mette a disposizione o dei medicinali o delle soluzioni
per problemi che il cittadino può avere, è possibile impedire a questo
cittadino l'accesso alle tecnologie, con motivazioni religiose o di
qualunque tipo? Io credo che la libertà del cittadino, in questo caso,
vada salvaguardata". "Quindi – ha concluso Emma Bonino – spero che
questa sentenza riapra questo tipo di discussione".

(25 settembre 2007)

da: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/cronaca/diagnosi-preimpianto/dopo-sentenza/dopo-sentenza.html 

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