ROMA —
Ci sono «molti ragazzi minorenni di origine thailandese e boliviana»
che avrebbero subito molestie sessuali da parte di don Gelmini. Gli
atti d'indagine della squadra mobile di Terni ricostruiscono la
presunta attività illecita del fondatore della comunità «Incontro» di
Amelia e individuano le sue potenziali vittime. Accertano altri reati
che sarebbero stati commessi dal sacerdote. Ma delineano anche il ruolo
dei suoi collaboratori che, in alcuni casi, avrebbero tentato di
convincere i ragazzi a ritrattare le accuse. Gli accertamenti si
concentrano in particolare su Pierluigi La Rocca, accusato di
favoreggiamento perché avrebbe indotto uno dei giovani a scrivere una
lettera per smentire quanto aveva già dichiarato ai pubblici ministeri,
provvedendo a dettargli il testo.
IL CSM — Ieri
il Csm ha nominato Fausto Cardella nuovo procuratore di Terni al posto
di Carlo Maria Scipio. Il cambio era previsto da tempo e non è in alcun
modo legato a questa inchiesta come qualcuno aveva ipotizzato. Gli
accertamenti procedono, entro qualche settimana i magistrati dovranno
decidere eventuali provvedimenti nei confronti di don Pierino e delle
persone che lavorano al suo fianco. Una «rete» di segretari, autisti,
volontari che, come dimostrano gli atti, avrebbe cercato di depistare
le indagini per dimostrare che le denunce per molestie non avevano
alcun fondamento.
La Rocca appare come uno dei più attivi in quello
che gli investigatori definiscono «il tentativo di inquinamento delle
prove ». Il primo giugno scorso viene interrogato, nega di aver
esercitato «pressioni»: «Nel novembre del 2006 ero ad Avellino a casa
di questa persona ed effettivamente ho assistito alla redazione della
missiva, ma non sono stato io a chiedergli di scriverla». Poi ammette
però che don Ezio Miceli, un sacerdote amico di don Pierino «ha
regalato 5.000 euro alla madre del ragazzo perché ne aveva bisogno».
Sono una parte dei soldi che, dice l'accusa, sarebbero stati versati
alle famiglie delle presunte vittime per convincerle a chiudere la
vicenda.
Lo stesso don Gelmini avrebbe chiesto a un altro ragazzo di
inviargli una lettera nella quale gli chiedeva perdono: In cambio gli
avrebbe offerto 60.000 euro e un lavoro. «Me ne diede soltanto 2.000»,
ha chiarito l'uomo dopo aver svelato perché avesse inizialmente
ritirato la denuncia. Nei mesi scorsi il sacerdote si è rivolto all'ex
procuratore di Terni Cesare Martellino, per avere un aiuto. E il
magistrato, che nel 2002 aveva archiviato un'inchiesta sugli stessi
fatti e poi era diventato rappresentante per l'Italia di Eurojust, lo
avrebbe rassicurato: «Dobbiamo vederci per pianificare una strategia».
LA MISSIONE — Il
prete manda all'Aja uno suo collaboratore, un imprenditore romano, ex
preside dell'Istituto tecnico della comunità. È la stesso che si reca a
Torino per «avere informazioni su uno dei ragazzi che aveva presentato
denuncia». Proprio per questo comportamento don Gelmini è ora accusato
di concorso in false informazioni al pubblico ministero. La sua
posizione si è aggravata nelle ultime settimane, dopo l'arrivo di nuove
denunce in cui si parla di molestie subite da molti ragazzini stranieri
e italiani. «Roba già nota e infondata », ha già commentato il suo
legale Lanfranco Frezza.
I magistrati hanno però deciso di rileggere
anche i vecchi fascicoli e tra gli altri stanno esaminando il caso di
Fabrizio Franciosi, giovane ospite della comunità fino al 1991. Figlio
di un consigliere della Repubblica di San Marino il ragazzo fu trovato
morto il 23 novembre dello stesso anno. Era nella sua auto e aveva
ferite di coltello al collo. Il fratello gemello raccontò ai
carabinieri che Fabrizio gli aveva detto di aver scoperto le violenze
contro alcuni ragazzi e di essere stato prima minacciato e poi
allontanato. All'epoca non si trovarono riscontri, ma ora i familiari
del giovane potrebbero essere convocati per sapere se abbiano ricevuto
confidenze più precise sulle violenze sessuali. La polizia ha già
accertato che gli ultimi episodi di molestie risalirebbero a due anni
fa.
Fiorenza Sarzanini – Corriere
http://www.repubblica.it/2005/a/sezioni/politica/berlugelmini/berlugelmini/berlugelmini.html …ecco perchè aveva tanto bisogno di grana