Le staminali come la bomba H

La Chiesa attacca la sperimentazione avviata in Inghilterra sulle cellule chimera. Monsignor Sgreccia: «Anche l'atomica fu costruita in nome del progresso». Scienza e Vita: «Difendere ancora di più la legge 40»

Bisogna fare quadrato. Senza obiezioni di sorta, senza indugi. La materia scotta e resta una priorità assoluta. Nella chiesa italiana, nei palazzi vaticani, negli atenei e nelle redazioni dei giornali cattolici si guarda con orrore l'esperimento degli embrioni-chimera e si cercano i mezzi e le modalità per bloccare sul nascere l'eventualità che la linea di ricerca inglese possa estendersi altrove. Anche perché, secondo il direttore scientifico del Policlinico San Matteo di Pavia, Carlo Alberto Redi, e il giudice Amedeo Santosuosso della Corte di appello di Milano, gli esperimenti sulla produzione di embrioni ottenuti trasferendo Dna umano in ovociti di mucca privati del loro nucleo (gli embrioni-chimera, appunto) sarebbero possibili anche in Italia.

Nonostante la legge 40 che, all'articolo 13, vieta di creare embrioni chimera e ibridi. «Ma nel caso del progetto di ricerca britannico – osserva Redi – non si ha la produzione di chimere in quanto il materiale genetico animale e umano non si trovano nella stessa blastocisti», ovvero l'aggregato di cellule che si forma a cinque-sei giorni dalla fecondazione. «Non si ha nemmeno la formazione di ibridi – prosegue Redi – in quanto gli embrioni ottenuti introducendo nell'ovocita bovino il materiale genetico di cellule somatiche non sono in grado di completare lo sviluppo. Non c'è quindi in essi nessun potenziale di diventare feti». Dunque, dice il giudice Santosuosso, basterebbe un'interpretazione estensiva della norma, che guardi allo scopo della proibizione prevista dalla legge, per dichiarare plausibili «gli embrioni-chimera»: essi infatti non sono destinati a svilupparsi come feti e diventare esseri viventi, ma prodotti solo nell'interesse della ricerca.

Nelle pieghe della legge 40, dunque, potrebbero annidarsi pericoli o trovarsi incrinature che destano preoccupazione in ambienti cattolici. Tutto ciò trova ferma opposizione nella Chiesa che ritiene giusto porre il dibattito in chiave eminentemente culturale: si tratta di riproporre e di mettere in primo piano una visione antropologica che funga da contraltare allo scientismo e faccia appello all'ordine naturale delle cose, a quei principi di sacralità della vita umana che restano «non negoziabili», come li hanno definiti papa Ratzinger, il cardinal Ruini e gli altri filosofi cattolici.

Su tutti lo scienziato cattolico di punta, il magister Elio Sgreccia, presidente dell'Accademia Pontificia per la Vita, ha parlato di «atto mostruoso contro la dignità umana»: «È vero che questi embrioni vengono poi soppressi, e le cellule vengono prelevate – ha detto – ma in ogni caso la creazione di un essere uomo-animale, rappresenta una frontiera violata nel campo della natura, la più grave. Anche la bomba atomica è stata creata in nome della scienza. La condanna morale deve perciò essere piena, in nome anzitutto della ragione e in nome stesso della giustizia e della scienza». Gli ha fatto eco la fondazione «Scienza e Vita», presieduta fino a ieri dalla senatrice della Margherita Paola Binetti: «La cattiva scienza non richiederebbe neanche una valutazione etica poiché è già di per sé inaccettabile», si scrive in un comunicato che paventa, con la creazione delle chimere, «conseguenze imprevedibili sia a livello antropologico sia a livello sanitario». «Tutto ciò – dice la fondazione – ci induce ad alzare ulteriormente il livello di guardia in difesa della legge 40, oltre che contro ogni tentativo in sede europea di forzare la mano rispetto alle legislazioni nazionali su temi eticamente sensibili». La Chiesa non lascia la presa e cerca solidi appoggi nel mondo politico, in quello accademico e della comunicazione, senza timore di «alzare troppo i toni». Come puntualmente accaduto nelle parole di Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia: «Il frullato di specie umana ed animale è una scelta assolutamente inquietante, un vero e proprio crimine contro l'umanità». Quell'umanità che ogni scienziato e ricercatore onesto si ripropone di aiutare.
 
Mimmo De Cillis – Lettera 22. Il Manifesto 7 settembre 2007

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