Torino, preti accusati di pedofilia. Uno è economo di un istituto salesiano


TORINO
– Ha vissuto per anni di elemosina, prostituzione e ricatti. E chiedeva
soldi ai preti in cambio del suo silenzio. L'arresto di Salvatore
Costa, torinese di 24 anni, con l'accusa di estorsione nei confronti di
monsignor Mario Vaudagnotto (responsabile dell'ufficio liturgico della
diocesi presso la chiesa di San Lorenzo), e nei confronti di don
Luciano Alloisio, (economo dell'istituto scolastico salesiano
Valsalice), è al centro di una nuova inchiesta giudiziaria su presunti
abusi sessuali che coinvolge sacerdoti cattolici.

Il giovane arrestato ha raccontato di aver avuto per anni rapporti
sessuali con i preti e anche con un terzo parroco della provincia di
Torino. Le sue dichiarazioni hanno portato all'iscrizione dell'economo
nel registro degli indagati con accuse pesantissime: pedofilia e
induzione alla prostituzione di minorenne, aggravata dall'abuso di
potere. "Conosco Don Alloisio dal 1997, avevo 15 anni quando abbiamo
cominciato ad avere rapporti sessuali. E i nostri incontri sono
continuati negli anni, fino a poco tempo fa" accusa Costa.

Il prete, difeso dagli avvocati Fulvio e Nicola Gianaria, nega ogni
accusa e ha sporto querela per calunnia nei confronti del giovane: "In
questo procedimento noi siamo la parte offesa, vittima di continue
estorsioni" hanno spiegato i legali. Gli inquirenti stanno vagliando
ora la posizione di padre Vaudagnotto: "Con lui ho avuto rapporti
sessuali a cominciare dal 2000, quando avevo 18 anni" ha affermato il
ragazzo. "Chiedeva soldi per pagare le bollette, e si è inventato
tutto" ha replicato il monsignore.

Quando l'hanno arrestato in flagranza, la prima volta, era l'8 luglio:
Costa aveva appena estorto 2000 euro a don Alloisio. Dopo aver sborsato
somme di denaro per mesi, oltre 10 mila euro, per non far trapelare
nulla, l'economo, in attesa di assumere un altro incarico a Roma, aveva
deciso di denunciare ai carabinieri i ricatti subiti da anni. Sono nate
così le indagini, e il fascicolo è stato affidato al procuratore
aggiunto Pietro Forno, e ai pm Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta.

Salvatore Costa è stato intercettato e filmato mentre riceveva e
intascava il denaro dal salesiano. Ma quando il ragazzo ha visto i
carabinieri si è difeso, e ha rovesciato tutte le accuse nei confronti
del prete. Le sue dichiarazioni sono apparse credibili e due giorni
dopo i suoi avvocati, Geo Dal Fiume, Roberto De Sensi e Davide De
Bartolo, hanno ottenuto la scarcerazione. Ma una volta tornato in
libertà Costa ha continuato il giro delle chiese e il gioco dei
ricatti. "Voglio 800 euro, altrimenti mi rivolgerò ai giornali e
racconterò tutto" diceva ogni volta a Don Alloisio. La procura a quel
punto ha chiesto e ottenuto dal gip Emanuela Gai un ordine di custodia
cautelare: il primo agosto Costa è tornato in cella.

Interrogato dal giudice, il ragazzo ha ampliato il suo racconto e
spiegato la sua verità: "Sono sposato e padre di due bambini, chiedo
soldi nelle chiese per tirare avanti, ma ogni tanto faccio qualche
lavoretto come idraulico. Devo pagare l'affitto e le bollette, e mi
prostituisco con i preti da quando ero minorenne. Ho conosciuto Don
Alloisio nel 1997 quando frequentavo la Fondazione Fratelli
Dimenticati, in via Longarina 4 a Torino, e proprio in quella sede
avevo rapporti sessuali con lui. Mi risulta che lui frequentasse anche
altri ragazzi, in particolare romeni che si vendono in via Cavalli".

La casa del salesiano è stata perquisita e gli inquirenti hanno trovato
una serie di strani biglietti, con scritto "Non ho mai avuto rapporti
sessuali con Don Alloisio", oppure "Mi sono inventato tutto", recanti
la firma di Salvatore Costa. Il ragazzo ha spiegato che firmava i
biglietti ogni volta che riceveva denaro, come "ricevuta" del suo
silenzio. Nel bagno del sacerdote è stata ritrovata un'ingente somma di
denaro: il prete l'ha giustificata spiegando che si trattava di denaro
dell'istituto Val Salice che lui amministrava economicamente. I soldi
non sono stati posti sotto sequestro, ma gli è stato prelevato un
computer il cui contenuto è al vaglio degli inquirenti.

Repubblica – Sara Martinenghi e Paolo Griseri 

This entry was posted in Commercio, Pedofilia. Bookmark the permalink.