La fusione del papa

Qualcuno s'è preso l'insolazione in Cadore o a Castel Gandolfo.
Domenica, dall'alto della sua profonda conoscenza della sezione d'urto
dei neutroni, Benedetto XVI ci ha invitato a costruire nuove centrali
nucleari e ad «accrescere il contributo dell'energia atomica alle cause
della pace». La sua opinione si è certo formata in base a un
dettagliato esame degli effetti che fughe radioattive potranno avere su
quella vita umana che considera inviolabile; e soprattutto dopo
l'indefesso studio dei trattati che Tommaso di Aquino aveva dedicato
all'elettrodinamica quantistica. L'unico problema è che lo sfruttamento
dell'energia atomica poggia tutto sulla relatività di Einstein, mentre
il Pontefice è impegnato in una battaglia all'ultimo dogma contro il
relativismo.


In base alle stesse competenze scientifiche, ci
aspettiamo che, dopo quest'esternazione, il pontefice si pronunci
domani sui biocombustibili. Siamo molto curiosi di sapere se, oltre a
un bel reattore tipo Chernobyl, Sua Santità ci consiglia Windows oppure
Linux come software per il nostro computer.

In attesa di tali
rivelazioni, ci ha pensato l'attraente segretario del Papa, Padre Georg
Gänswein, a esternare in un'intervista alla «Süddeutsche Zeitung» le
sue opinioni sull'Islam e a definire «profetico» il maldestro discorso
che l'anno scorso papa Ratzinger tenne sul tema a Ratisbona. Non si
capisce che titolo abbia, a parte il suo bel fisico, un segretario –
per quanto papale – per letteralmente pontificare su altre religioni.
Magari nel prossimo futuro sarà il camerlengo a dettarci la linea sulla
bioetica, mentre possiamo sperare solo nella cuoca vaticana perché apra
all'evoluzionismo darwiniano. Se l'umiltà (intellettuale) è la massima
virtù per un cristiano, allora il modo in cui la pratica l'erede di
Pietro sta stingendo su tutto il suo gregge e in primis sul suo
entourage più stretto.

 
Marco d'Eramo, il Manifesto, 31 Luglio 2007
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