LA CHIESA NON VUOLE CHE NELL'EDUCAZIONE CIVICA SI PARLI DI FAMIGLIA GAY
Madrid – E' polemica tra le associazioni cattoliche per il comportamento da adottare nei confronti dell'Educazione alla Cittadinanza. Il segretario generale della Fere-Ceca (Associazione dei Religiosi della Docenza), Manuel de Castro, si e' mostrato ieri contrario all'adozione di misure come l'obiezione di coscienza contro la disciplina introdotta dal governo del premier socialista, l'Educazione alla Cittadinanza.
Ma non tutti nel mondo cattolico spagnolo sono della stessa opinione: il presidente della Concapa (Confederazione Cattolica dei Genitori), Luis Carbonel, ha criticato duramente De Castro per non aver affermato che Educazione alla Cittadinanza "e' una pessima disciplina" ed e' incompatibile con i principi cattolici.
L'Educazione alla Cittadinanza e' una sorta di educazione civica aggiornata ai tempi correnti, ma le differenze concettuali rispetto al modello di societa' esistenti tra la Spagna conservatrice e la progressista hanno scatenato le polemiche rispetto all'opportunita' di introdurre la materia. E le maggiori critiche vengono dalle associazioni cattoliche, che vedono nella nuova disciplina l'usurpazione alle famiglie del diritto ad educare i figli secondo il proprio sistema di valori.
Il pomo della discordia e' rappresentato dall'analisi dei diversi modellli di famiglia, che include quelle omosessuali, riconosciute nella legislatura in corso con la legalizzazione del matrimonio omosessuale. Tuttavia il mondo cattolico appare diviso rispetto alle misure da adottare per contrastare l'insegnamento della materia, soprattutto per le divisioni nell'interpretazione dei margini di 'adattabilita' alle differenti nature degli istituti.
La Conferenza Episcopale spagnola, da parte sua, pur non parlando esplicitamente di 'obiezione di coscienza', ha difeso la necessita' di combattere con tutti i "mezzi possibili" quello che considera uno strumento di 'indottrinamento' in mano al governo.
E il vescovo di Toledo, monsignor Antonio Canizares, ha rilanciato le accuse affermando che chi insegna la materia "collabora con il male".
Zapatero ha difeso l'istituzione della disciplina, che nell'idea del governo risponderebbe ad una differenza tra agenti educativi: la famiglia educherebbe alla socializzazione e la scuola alla cittadinanza.
Ma il peso delle 'Due Spagne', una cattolica e conservatrice, l'altra laica e progressista, si riflette anche in politica e il leader del Partito Popolare all'opposizione ha ironicamente ribattezzato la disciplina con un significativo 'ossimoro': "catechismo socialista".
10/07/2007 – APCOM – redazione