Il papa dice: le chiese non cattoliche hanno delle “carenze”…

CITTA’ DEL VATICANO: Il Vaticano ha affermato oggi che le comunità cristiane diverse dalla chiesa cattolica hanno delle “carenze” e non sono a pieno titolo chiese di Gesù Cristo.

Il documento di 16 pagine, preparato dalla Congregazione per la dottrina della fede che Joseph Ratzinger aveva guidato prima di essere eletto Papa nell’aprile 2005, descrive le chiese cristiane ortodosse come vere chiese che però presentano una “ferita” per il fatto di non riconoscere il “primato” del Papa.

Ma “la ferita è ancora molto più profonda” nelle denominazioni protestanti, si legge nel testo che cita un precedente documento della Congregazione — una visione che potrebbe complicare le relazioni con queste comunità.

“Nonostante queste chiare affermazioni abbiano creato disagio nelle Comunità interessate e anche in campo
cattolico, non si vede, d’altra parte, come a tali Comunità possa essere attribuito il titolo di ‘Chiesa'”, si legge in un articolo di commento al testo diffuso dal Vaticano.

Il testo, che ribadisce il contenuto del controverso documento “Dominus Iesus” diffuso dall’allora cardinale Ratzinger nel 2000, dichiara che la Chiesa intendeva sottolineare questo punto perché molti teologi cattolici continuano a fornirne interpretazioni errate.

Quello di oggi è il secondo documento di Papa Benedetto a riaffermare la tradizione cattolica negli ultimi quattro giorni, dopo il decreto con cui sabato ha liberalizzato l’uso della messa in latino accanto alla liturgia moderna.

Il Vaticano ribadisce anche che il dialogo con i cristiani “resta sempre una delle priorità della Chiesa cattolica”.

IL CONCILIO VATICANO II: Il documento, pubblicato dal successore di Ratzinger alla guida della Congregazione, il cardinale William Levada, integra il decreto sulla messa in latino nel cercare di correggere quelli che definisce “errori o ambiguità” nelle interpretazioni del Concilio Vaticano Secondo, che ebbe luogo dal 1962 al 1965.

I modernizzatori della Chiesa hanno interpretato il Concilio come una rottura con il passato mentre i conservatori, come lo stesso Benedetto XVI, lo vedono in continuità con la bimillenaria tradizione cattolica.

Il documento afferma che l’apertura del Concilio alle altre fedi riconosceva che vi erano “numerosi elementi di santificazione e di verità” nelle altre denominazioni cristiane, ma ribadisce che solo il Cattolicesimo ha tutti gli elementi per essere pienamente la Chiesa di Cristo, sebbene “le stesse Chiese e Comunità separate, quantunque crediamo che abbiano delle carenze, nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di peso”.

Il testo fa riferimento anche alle “Comunità cristiane nate dalla Riforma”, un termine usato per indicare i protestanti e gli anglicani.

“Le suddette Comunità ecclesiali, che, specialmente a causa della mancanza del sacerdozio ministeriale, non
hanno conservato la genuina e integra sostanza del Mistero eucaristico, non possono, secondo la dottrina cattolica, essere chiamate ‘Chiese’ in senso proprio”, è scritto nel testo.

Padre Augustine Di Noia, sottosegretario della Congregazione, ha detto che il documento non altera l’impegno verso il dialogo ecumenico, ma intende affermare l’identità cattolica.

“La Chiesa non sta facendo marcia indietro rispetto all’impegno ecumenico”, ha detto Di Noia a Radio Vaticana.

“Ma, come sapete, è fondamentale per ogni tipo di dialogo che i partecipanti siano chiari sulla loro identità. Questo significa che il dialogo non può essere un’occasione per attenuare o ammorbidire quello che tu ritieni di essere”.

(Reuters)

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2 Responses to Il papa dice: le chiese non cattoliche hanno delle “carenze”…

  1. vaticano says:

    a me sembra piacevole come mossa, finalmente le religioni monoteiste mostrano la loro faccia senza nascondersi dietro finti ecumenismi o tentativi di conciliazione con il resto della societa’

    Un po’ di sano trauma per quelli che ancora si dichiarano cattolici

  2. salpetti says:

    Secondo me, alla base di ogni convivenza serena c’è il dialogo. E’ impensabile cercare di raggiungere l’unità, o almeno la pacifica coesistenza imponendo il proprio punto di vista. Chiunque si attribuisce il diritto di possedere la Verità non potrà mai dialogare con chi non la pensa allo stesso modo. Questi atteggiamenti allontanano e dividono piuttosto che unire e pacificare. Benedeto XVI, secondo me, sbaglia a porsi in questo modo nei confronti delle altre Chiese. Si è introdotta la messa in latino (insultando pure il popolo ebraico per via di una vecchia preghiera che loda Dio perchè mostra pietà “perfino per gli ebrei“) per riconciliarsi con i più conservatori e poi si introducono certe imposizioni che allontanano le altre Chiese? A me tutto questo sembra assurdo, non so a voi…

    salpetti.wordpress.com

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