A quasi 33 anni dalla fine del franchismo, gli omosessuali e le lesbiche spagnoli vittime di quel regime cominciano a ricevere l’indennizzo che la società deve loro per l’ingiusta persecuzione che hanno subito. Il governo Zapatero, su richiesta di Izquierda Unida, aveva stanziato infatti due milioni di euro per un indennizzo immediato e un vitalizio alle vittime: quelli che ne fanno richiesta
cominceranno a ricevere 12mila euro e un assegno mensile da 800 euro.
A causa della persecuzione – che si basava solo sull’essere omosessuali – molte persone hanno trascorso diversi anni della propria vita in carcere e non hanno potuto lavorare con continuità; di conseguenza non hanno messo insieme i contributi sufficienti a ricevere una pensione dignitosa. Senza contare le violenze, corporali sessuali e morali, che hanno subito dalla polizia e soprattutto dalla Guardia civil.
Adesso la Spagna è cambiata, ma quelle donne e quegli uomini – che hanno 80, 70 o anche 60 anni – hanno perso gli anni migliori della loro vita a causa di una dittatura che ha spazzato via la democrazia e la Repubblica, con la benedizione della chiesa cattolica.
Suona come una beffa del destino che uno dei testimoni sentiti dal Mundo, José 64 anni, quando ancora era in vita Franco sia scappato per cercare la libertà… in Italia. Corsi e ricorsi storici: adesso da noi non c’è una dittatura, ma di sicuro c’è un patto di ferro tra politica e gerarchie religiose per conculcare i diritti civili dei cittadini. A cominciare da gay e lesbiche.
Queerblog – 13 febbraio 2008