Maxi-beatificazione a San Pietro, è la più numerosa cerimonia di beatificazione nella storia della Chiesa

Alla gloria degli altari 498 martiri spagnoli, molti dei quali vittime della Guerra Civile. Rissa a Sant'Eugenio

L'arazzo sulla facciata della Basilica di San Pietro in ricordo dei 498 martiri spagnoli uccisi negli anni 1934 , '36 e '37 (Ansa)
CITTÀ DEL VATICANO – Maxi-beatificazione a Roma. Uno stuolo di celebranti in abiti liturgici purpurei, presieduti dal cardinale Josè Saraiva Martins ha partecipato in piazza San Pietro alla cerimonia per la beatificazione di 498 martiri spagnoli uccisi negli anni 1934, '36 e '37. Inni sacri in spagnolo si sono levati dalla piazza mentre i celebranti prendevano posto. Il cardinale Saraiva, delegato dal Papa a questo rito, ha celebrato in spagnolo. In piazza circa 40mila persone.

CERIMONIA RECORD – Si tratta della più numerosa cerimonia di beatificazione nella storia della Chiesa. A rappresentare il Governo spagnolo, in piazza San Pietro, c’è il ministro degli Affari esteri spagnolo Miguel Moratinos. E poi 75 vescovi provenienti dalle 70 diocesi spagnoli e 3 cardinali (Antonio Maria Rouco Valera, di Madrid; Antonio Canizares Llovera, di Toledo, Carlos Amigo Vallejo di Siviglia), oltre ai due cardinali eletti.

RISSA – Poco lontano da San Pietro però, sul sacrato della chiesa Sant'Eugenio frequentata da fedeli dell'Opus Dei in via delle Belle Arti, un gruppo di manifestanti dei centri sociali ha protestato contro la beatificazione affiggendo uno striscione («Chi ha ucciso, torturato e sfruttato non può essere beato») con alcuni pannelli del Guernica di Picasso e gettando vernice rossa in strada. Quando i fedeli cattolici sono usciti dalla chiesa, al termine della funzione religiosa, la protesta ha provocato la loro ira. Una trentina di fedeli ha urlato e strappato lo striscione e fatto a pezzi la riproduzione del celebre dipinto. Tra fedeli e manifestanti è scoppiata la rissa. Una persona è stata fermata e cinque manifestanti sono stati identificati . «Non sapevamo nulla della manifestazione che è stata organizzata davanti alla basilica mentre veniva celebrata la messa delle famiglie, alle ore 11. Siamo completamente favorevoli alla libertà di espressione» ha detto don Nicola Zenoni, viceparroco della Chiesa di Sant’Eugenio.

MARTIRIO – «I martiri non sono patrimonio esclusivo di una diocesi di una nazione» ma al contrario «appartengono al mondo intero, alla Chiesa universale». Lo ha sottolineato il cardinale Josè Saraiva Martins nell'omelia per la beatificazione dei 498 martiri «di Spagna e non spagnoli», sia perchè la Spagna è il luogo del loro martirio ma non per tutti della nascita, sia appunto per l'universalità del loro messaggio. «La santità – ha rimarcato a questo proposito il porporato – non consiste nella riaffermazione di valori comuni a tutti, ma nella personale adesione a Cristo salvatore del cosmo e della storia» e «il martirio è il paradigma di questa verità».

POLEMICHE – Le parole del cardinale aiuteranno il tentativo di Spagna e Chiesa spagnola di attenuare le polemiche reciproche su questa beatificazione, tentativo sostenuto dal fatto che il governo spagnolo ha inviato alla cerimonia il ministro degli Esteri Angel Moratinos, e che i vescovi spagnoli vanno ripetendo da giorni ripetendo che la maxi-cerimonia di beatificazione di 498 martiri della Guerra Civile «non è contro nessuno, e tanto meno contro Zapatero». Quella di domenica è la più numerosa cerimonia di beatificazione nella storia della Chiesa. E il card. Saraiva lo ha rilevato parlando di «rilievo storico per il numero davvero ingente dei beati». I beati provengono da 23 diverse cause, 11 delle quali avviate prima del 1960, la più vecchia nel 1948. Tra i 498 nuovi beati, ci sono due vescovi (di Cuenca e Ciudad Real), 24 sacerdoti diocesani, 462 religiosi (frati e suore), un diacono, un sottodiacono, un seminarista e sette laici. Cinque sono i nati fuori dalla Spagna: due in Francia, due in Messico e uno a Cuba. Tra i futuri beati, 145 al momento della morte avevano tra i 20 e i 30 anni, 107 tra i 40 e i 50 anni, 97 fra i 30 e i 40, 72 tra i 50 e i 60 anni. Ce ne sono anche 18 che avevano tra i 16 e i 19 anni, 41 tra i 60 e i 70 anni, 15 tra i 70 e i 78 anni (dei restanti tre non si conosce l'esatta data di nascita). Nel numeroso gruppo, ci sono due martiri «della persecuzione religiosa che ebbe luogo nell'ottobre del 1934», 489 vennero uccisi nel 1936, sette nel 1937.

«LUMINOSA TESTIMONIANZA» – La «luminosa testimonianza dei martiri spagnoli, che vanno ad aggiungersi» ai «beati» proclamati nei giorni scorsi in Italia, Austria e Brasile, chiude significativamente il «mese di ottobre, dedicato in modo particolare all'impegno missionario». Lo ha sottolineato il Papa prima dell'Angelus recitato dalla finestra del suo studio in piazza San Pietro. «La contemporanea iscrizione nell'albo dei beati di un così gran numero di martiri – ha detto Benedetto XVI – dimostra che la suprema testimonianza del sangue non è un'eccezione riservata soltanto ad alcuni individui, ma un'eventualità realistica per l'intero popolo cristiano; si tratta infatti di uomini e donne diversi per età, vocazione e condizione sociale, che hanno pagato con la vita la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa».

28 ottobre 2007 – Corriere.it

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