In una lettera padre Tommaso Stenico finito nella bufera dopo un'intervista
smentisce di essere omosessuale.
Sospeso dal suo incarico da una settimana.
Giallo sull'outing tv del monsignore
"L'ho fatto per smascherare i veri gay"
Il prelato aveva detto di "non sentirsi in peccato". Padre Lombardi aveva annunciato "Severità per un comportamento non compatibile con sacerdozio e Santa Sede"
CITTA' DEL VATICANO –
"Mi sono dichiarato gay per smascherare chi lo è realmente". Smentisce
di essere omosessuale l'alto prelato della Congregazione per il Clero,
sospeso dalla Santa Sede dagli incarichi ormai da una settimana per
avere confessato in tv i propri orientamenti sessuali.
Monsignor Tommaso Stenico, questo il nome del sacerdote finito nella
bufera per una confessione sotto forma anonima per la trasmissione de
"La 7" Exit, in una lunga lettera spiega di avere simulato la parte del
prete gay e avrebbe fatto, in base alla sua definizione il "ladro tra
ladri", per smascherare i veri omosessuali nel tentativo di "redimere
le vittime" e, soprattutto, per dare il proprio contributo contro la
campagna montante sull'omosessualità dei preti nella Chiesa cattolica.
L'alto prelato in questione, nei confronti del quale oggi il direttore
della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi ha confermato che si
interverrà "con la decisione e la severità richiesta da un
comportamento non compatibile con il servizio sacerdotale e con la
Santa Sede", ha confidato di avere messo nero su bianco la sua difesa,
condita di "racconti dettagliati" per controbattere alle accuse,da
trasmettere ai diretti superiori della Congregazione del Clero.
Nello specifico, l'alto prelato, nella lettera conferma "punto per
punto" le accuse che gli sono state mosse e che lo hanno portato alla
sospensione nell'attesa che l'inchiesta faccia luce sulle reali
responsabilità, precisando di "non essere gay" e di avere simulato di
esserlo per dare il suo aiuto alla Chiesa. L'alto prelato, comunque, da
una settimana non è più nel suo ufficio, è stato sospeso, e, se le
accuse troveranno conferma, rischia di tornare alla diocesi di
appartenenza.
Padre Lombardi non ha voluto rivelare il nome del monsignore, anche se
a fare nome e cognome di monsignor Stenico ci ha pensato il cattolico
'Petrus', sito nato e legato al pontificato di Ratzinger, che pubblica
anche la foto del sacerdote. Il presule era un collaboratore di
'Petrus' ed il direttore responsabile del sito, Gianluca Barile,
afferma di averlo licenziato già da martedì scorso (9 ottobre).
Secondo il direttore di Petrus, "è oltremodo scandaloso, vergognoso,
ignobile, blasfemo, demoniaco che un sacerdote tenti di consumare un
rapporto sessuale – lui che ha fatto voto di castità – non solo tra le
pareti che lo hanno chiamato a santificarsi per il bene della Chiesa,
ma addirittura nel luogo simbolo della Cristianità, il Vaticano,
laddove Pietro è andato incontro al martirio e da dove continua a
parlarci ogni giorno per bocca dei suoi sommi successori".
Il monsignore finito nella bufera ha sessanta anni ben portati e oltre
a ricoprire l'incarico di capo ufficio della Congregazione del Clero è
stato anche un volto dell'emittente cattolica "Telepace". Anche se era
membro della Commissione speciale per la trattazione delle cause di
dispensa dei sacerdoti e della Peregrinatio "Ad Petri sedem",
l'organismo che cura l'accoglienza dei pellegrinaggi, non era
certamente in ascesa: contro di lui giocavano l'esuberanza del
carattere e una punta di esibizionismo che lo spingeva, ad esempio, a
indossare un cappello a larghe tese al posto di quello da sacerdote o
del semplice basco ormai prediletto da quasi tutti i preti.
Nell'intervista trasmessa da "La 7" (che ha raccolto le testimonianze
di quattro persone che si presentavano come sacerdoti, ripresi con
volti e voci contraffatte, con alle spalle edifici religiosi) il
prelato aveva ammesso di essere gay, aggiungendo perfino di "non
sentirsi in peccato" e di aver scelto l'anonimato "per non essere
richiamato dai superiori vista l'attuale ferma opposizione della
dottrina cattolica in materia di celibato sacerdotale ed
omosessualità".
Nel filmato però erano riconoscibili l'ascensore di accesso alla
Congregazione del Clero e la porta di ingresso del dicastero, ripresi
dalle telecamere mentre il monsignore faceva accomodare
l'intervistatore. Dopo una veloce inchiesta interna al dicastero
diretto dal cardinale Claudio Hummes, facilitata anche dal fatto che
Tommaso Stenico era l'unico a tenere la chiave dell'ufficio, sono
arrivati i provvedimenti disciplinari.
Il sacerdote abita in un edificio di proprietà della Santa Sede proprio
di fronte alle Mura Leonine, dove da tre giorni la porta
dell'appartamento è chiusa e il telefono squilla a vuoto. Presto dovrà
lasciare anche l'immobile. Dopo la sospensione sembra infatti certo che
in tempi brevi arriverà anche il licenziamento, che dovrà essere deciso
dal Tribunale Vaticano. Ma sulla sentenza ci sono pochi dubbi: con
Benedetto XVI la linea è quella della "tolleranza zero" nei riguardi di
tutti i sacerdoti che non rispettano il voto di castità, come hanno
potuto sperimentare già diversi altri prelati allontanati dopo
l'elezione di Ratzinger.
da:http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/monsignore-gay/reazioni-chiesa/reazioni-chiesa.html