TORINO
Sono passate quarantotto ore da quando Chiara Sereno è stata
buttata fuori da una chiesa perché per il suo peccato non c’è
assoluzione, né tantomeno confessione. La sua colpa è di convivere con
il fidanzato Aldo. Sono passate quarantott’ore, ma la sua voce continua
a tremare per la vergogna e l’umiliazione.
Il parroco del Santuario
Santa Rita da Cascia, don Leonardo, dopo qualche generica domanda sulla
vita e sulla fede di Chiara, sussurrate nella penombra del
confessionale, è arrivato al punto: «Lei è sposata?». Vivere insieme al
fidanzato, fuori dal matrimonio, non merita ascolto, né tempo: «La
Chiesa non accetta questi nuovi legami. Vada».
Chiara ci ha messo
qualche secondo a realizzare che la stava mandando via. Poi ha capito,
si è alzata, è passata accanto alla fila di anziane fedeli che
aspettavano il proprio turno. È tornata a casa, con una morsa allo
stomaco che le impediva quasi di parlare.
Chiara e Aldo, 28 anni
lei, 33 lui, vivono insieme da un anno, hanno una panetteria e sono
fidanzati da una vita: «Era tanto che non mi confessavo, sono andata in
chiesa con tutte le migliori intenzioni. Per la prima volta avrei
parlato della convivenza, della nostra vita e dei nostri progetti, tra
cui c'è anche il matrimonio».
Come molte giovani coppie il sacro
vincolo ha dovuto aspettare: servono soldi, serve una casa, servono
sicurezze. «Ora lo so, non ci vado più a confessarmi: oppure faccio
come le mie amiche, che mentono e non dicono che convivono. Forse per
la Chiesa mentire è meno grave, ma come si fa a entrare nella casa del
Signore con la paura di non meritare nessuna redenzione?».
Chiara
è smarrita, elenca ad alta voce tutti i peccati che ha imparato a
considerare come gravi, sa perfettamente che la convivenza non è
accettata, ma mai avrebbe creduto che sarebbe stata cacciata senza
neanche una possibilità di espiazione: «Sono uscita dalla chiesa
sentendomi sporca, poi ho pensato che in fondo non facevo niente di
male, che sarebbe stato molto peggio confessare di tradire il mio
compagno, di non rispettarlo».
Nel retro della panetteria, avvolto
dal profumo del pane, Aldo inforna salatini e pizzette, ma ha la faccia
scura, l’espressione accigliata: «Sono anche io cattolico e praticante
– dice – anche se con gli orari che facciamo noi è difficile andare a
messa. Ora sono arrabbiato, da quando è andata a confessarsi Chiara è
abbattuta, non sorride più. Vorrei proprio parlarci con il parroco,
chiedere come è possibile trattare una persona così».
In sacrestia
c’è solo don Luca, don Leonardo è in ritiro spirituale per qualche
giorno. Ascolta la storia, si dispiace, lui le accetta le confessioni
dei giovani che convivono. «Poi i preti si lamentano – aggiunge Chiara
che ha preso un po’ di coraggio – dicono che i ragazzi si allontanano
dalla religione e dalla chiesa. Che sorpresa…».
La stampa -30/08/2007