CITTÀ DEL VATICANO (14 giugno) – E’ polemica in Vaticano per una esibizione dei dervisci rotanti. Un gruppo di mistici islamici originari della Turchia centrale si è esibito infatti una decina di giorni fa nel palazzo Vaticano della Cancelleria. La notizia dell’evento – che doveva essere solo una serata culturale e di conoscenza religiosa – è stata riportata dal “Catholic News Service”, l’agenzia di stampa vicina all’episcopato Usa e appena è diventata di dominio pubblico ha provocato un putiferio di proteste tra i conservatori cattolici nord-americani.
Blog intasati da internauti furenti che si sentono «traditi» dal Vaticano. Nessuno dei presenti si aspettava una simile bufera. «È stata una serata bellissima», raccontano alcuni degli invitati. Nelle sale affrescate del palazzo della Cancelleria, sede di tribunali e uffici vaticani, i dervisci avevano conquistato il pubblico con le loro danze rotanti. Certo, ciascun componente del gruppo di dervisci aveva invocato Allah prima di cominciare a girare in modo vorticoso. Ed è anche vero che la loro danza è una forma di estasi spirituale, legata a una ritualità di particolari scuole del sunnismo islamico e che i vestiti dei dervisci non sono folklore, ma linguaggio religioso: la gonna bianca è il sudario, il mantello nero la tomba terrena, il cappello di feltro rosso di forma conica la pietra tombale. Tuttavia, tra i presenti, nessuno si era scandalizzato e anzi ad applaudirli in prima fila c’erano il cardinale Paul Poupard, presidente del Consiglio per la cultura e del Consiglio per il dialogo interreligioso, e il cardinale Sergio Sebastiani, presidente della prefettura degli Affari economici della Santa Sede.
L’evento era stato organizzato dall’ambasciata turca inl Vaticano per ricordare degnamente l’800/esimo anniversario della nascita di Mevlana Jalaluddin Rumi, grande mistico, poeta e filosofo musulmano del tredicesimo secolo. Poupard aveva accettato di ospitare la manifestazione. Rivelatasi un successo. Al buffet erano state distribuite «le delizie turche» e la Santa Sede, con una piccola gaffe, aveva anche messo il vino in tavola. Ai presenti era stato poi donato un libro di poesie del maestro Rumi, mentre Poupard aveva indicato la serata ad esempio di come «il dialogo interculturale spesso prende la forma di dialogo interreligioso». «La musica e la danza – aveva dichiarato davanti ai presenti – sono linguaggi universali che nutrono lo spirito».
Contro il porporato e i dervisci sono però insorti i lettori più conservatori del “Catholic News Service”, l’agenzia di stampa vicina all’episcopato Usa, che hanno inondato i siti con e-mail furenti. «Di che spirito sta parlando il cardinale Popuard?», si chiede un internauta che si firma HallOats. «Lo spirito di Satana forse perché – incalza – lo Spirito Santo e la Chiesa non hanno niente a che vedere con queste porcherie». Un altro, Jean, proclama che «al giorno d’oggi ormai il Vaticano è pieno di cardinali Giuda». «Non sono necessariamente d’accordo che alcuni cardinali siano dei Giuda -risponde Mark Wyatt – ma il metodo della sinistra è quello di distruggere le istituzioni dall’interno». «In nome della reciprocità – commenta “Land of the Irish” – perché non celebrare messa nella moschea Blu di Istanbul?» «Sicuramente – aggiunge con ironia – il cardinale Poupard non lo permetterebbe. Sarebbe troppo…cattolico».
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